di Gino Strippoli
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Toro scatenato abbaglia il Padova senza luce
E’ un “Toro scatenato” quello visto giocare contro il Padova. Scatenato perché nei primi venti minuti ha rasentato la perfezione di un vero frullatore professionale facendo frullare la palla come mai era capitato in questo campionato. Giocate di prima , lanci perfetti, scambi veloci, pressing alto ed efficace. Questo è stato il Toro per buona parte del primo tempo. Poi ci sta che dopo la sfuriata, dove la squadra poteva già chiudere la partita (arbitro docet), si possa accusare, nei secondi quarantacinque minuti, un po’ di stanchezza ma è stato un grande Toro e una vittoria meritatissima. Una determinazione all’unisono questa è uscita e si è vista dai ragazzi in campo sin dal primo minuto, tanta voglia di vincere e per alcuni una sottile vendetta legata allo scorso anno quando i patavini si imposero qui all’Olimpico estromettendoci dai play off. Una vittoria anche del pubblico, di tutti i tifosi che grande voglia di irridere il Padova ne hanno avuta molta, accendendo i lumini , e poi finalmente tante bandiere al vento, tutto uno stadio granata, una grande Maratona e una coreografia che da tempo non si vedeva, con un grande vessillo issato in cima alla curva dove dominante era l’immagine degli “Invincibili”. Un Olimpico capace di caricare di bordate di fischi ogni tocco di palla del Padova e di incitare incessantemente i ragazzi del condottiero Ventura. Già proprio il Mister a fine partita ha dichiarato: “Oggi l’unico risultato che avevamo era la vittoria ed abbiamo vinto meritatamente. Contro il Pescara? Sabato contro i ragazzi di Zeman o si vince o si perde, non ci sono altri risultati. Sicuramente il pubblico si divertirà e sarà una bella partita”.
Se nella famosa gara di andata all’Euganeo si erano spente le luci questa volta è stato il Toro arrembante a spegnere ogni velleità patavina ed in maniera definitiva. E lo si è visto immediatamente con quell’ala destra (amo ancora chiamarla cosi piuttosto che esterno alto) che di nome fa Stevanovic che ha asfaltato il povero Marcolini e anche chi andava a raddoppiargli la marcatura. Una “Furia – Steva” che come un cuneo potente si conficcava ogni volta che decideva di partire, con i suoi scatti brucianti, per arrivare alla linea di fondo e crossare verso Bianchi e Meggiorini. Tra il 6’ e l’ 8’ proprio due sue progressioni facevano traballare la difesa del Padova , peccato che in una Bianchi sia stato troppo impreciso nel tiro e nell’altra il cross troppo potente per tutti. Ma è solo il preludio al gol di Meggiorini che arriva all’11’ con Steva che brucia erba e avversari e spedisce dal fondo linea una palla tesa ‘baciata’ al volo da Meggiorini. La rete si gonfia e lo stadio urla. Il Padova sbanda paurosamente e il Toro continua a premere con diligenza. Già una diligenza vera e propria quella creata dalla cerniera di centrocampo granata, capace di ostruire ogni possibile varco avversario. Vives , Iori e Basha sono stati encomiabili per la miriade di palloni rubati e poi giocati in rilanci pericolosi. Ma è un primo tempo in cui tutti cercano Steva , senza dubbio il più in palla ( e dire che nella fase di riscaldamento si era anche leggermente infortunato alla spalla) e lui non si fa pregare nel dare spettacolo come al 19’ quando si ripete andando questa volta al tiro secco e preciso esaltando in una difficile parata quel grande portierino, scuola Genoa, che di nome fa Perin. Se Steva sulla fascia è un rullo compressore Meggiorini fa il goleador e l’incontrista. Almeno cinque palle carpite con grinta straordinaria agli avversari, palle tolte dai loro piedi che si sono trasformate in azioni d’attacco granata. Ma che bell’attaccante. Una grande risposta verso i suoi denigratori che spesso lo abbonavano alla parola ‘Peggiorini’. Meglio Megliorini no?!!! Un ‘altra scommessa vinta da Ventura così come lo è stato Parisi ancora una volta bravo e determinato nel tagliare spesso con i suoi lanci lunghi e tesi il centrocampo verso il suo ‘compare’ D’Ambrosio, altro giocatore quest’ultimo rigenerato da tempo dalla cura del Mister, un giocatore che non ha più paura di giocare e fare le giocate (inoltre è migliorato anche nella fase difensiva).
Poi arriva anche il rigore non dato. Già ma questo ormai è un dato di fatto acclamato e non deve stupire più di tanto. E’ il 23’ e Bianchi viene cinturato e spinto da dietro mentre sta per battere a rete. E’ rigore netto: solo l’arbitro non lo vede. E’ la solita storia. Ancora una volta un arbitraggio scandaloso al di là del penalty non dato. Troppe decisioni errate compresa l’ammonizione regalata a Parisi al 90’. Il Padova? In tutto il primo tempo non ha fatto un solo tiro in porta. Ha fraseggiato bene a centrocampo ma come si dice “molto fumo e poco arrosto” questo grazie alla blindatura che l’asse Glik – Ogbonna ha messo su alla porta di Benussi. Quando poi il polacco esce per una lieve distorsione gli subentra quel ragazzo simpatico di Di Cesare, difensore che ha nel suo dna la voglia matta del gol. Non si fa pregare molto nel farsi trovare pronto al 53’, dopo un bell’invito di Parisi che taglia completamente la difesa del Padova , per spedire con un bel piattone la palla in rete. Sul due a zero il Toro allenta la pressione e il Padova ferito nell’orgoglio si fa vedere più spesso verso Benussi tant’è che solo dopo quattro minuti dal raddoppio granata i patavini accorciano le distanze con Cacia lesto a sfruttare un'indecisione tra Di Cesare e D’Ambrosio. Per qualche minuto il Toro traballa: Marcolini prima e Cutolo poi impegnano Benussi e la traversa. Due azioni pericolose che svegliano i granata e la sveglia la dà Guberti subentrato a Steva con due azioni ficcanti sulla destra. Le forze fresche rinfrescano l’ambiente e silurano definitivamente il Padova. Un incursione a centrocampo di D’Ambrosio innesca Parisi che da palla a Antenucci che lesto si libera di un avversario e palla al piede si invola dentro l’area avversaria , dribbla ancora un difensore e scarica di precisione nell’angolino basso alla sinistra di Perin. Gran gol! E’ l’apoteosi granata ed è la sottile vendetta piena di luce! E siamo a 76 punti. Un campionato record. Il Toro deve puntare agli 83 punti per andare in A. La strada verso la massima serie,come ha detto il Mister, è ancora lunga, tortuosa e in salita ma il Toro visto contro il Padova regala ottimismo visto il gioco e l’intraprendenza, oltre alla sapienza tattica, inculcati da Ventura ai suoi ragazzi. Ah, una dedica speciale al Padova la si deve fare… un disco … magari dei Dik Dik …..magari “Senza Luce” la ricordate?
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