Commentare la prestazione di Piacenza è un esercizio che va fatto a stomaco vuoto.Questa squadra sta avendo una involuzione che è molto simile a quelle avute dalle squadre che l’hanno preceduta nell’ultimo decennio, basti pensare al primo Torino allenato da Ezio Rossi che concluse l’andata al secondo posto e chiuse il campionato a meta classifica.È inverosimile che una squadra che schiera Bianchi, Di Michele, Vantaggiato, Gasbarroni faccia solo un tiro in porta, per giunta debole e telefonato anche se angolato contro la penultima in classifica.Oggi i tifosi sono stati encomiabili, si sono presentati in massa, hanno sostenuto la squadra fino alla fine e nonostante la prestazione insufficiente l’hanno chiamata sotto la curva in perfetto stile inglese dove il pubblico applaude alla fina la squadre che si è impegnata e ha dato tutto qualunque sia il risultato. Dove sta l’errore?La squadra non si è espressa su valori consoni al proprio potenziale, troppo timorosa, come a Trieste ha messo in scena un possesso palla con poche verticalizzazioni e poco movimento senza palla; se non ci si muove non si creano degli spazi e la manovra ne risente soprattutto contro squadre chiuse che invece dovrebbero essere attaccate aggirandole esternamente.Infatti il cambio del regista non ha sortito nessun miglioramento evidente; l’ingresso, invocato da tutti come una panacea, di Gorobsov è solo servito a dare al ragazzo argentino una iniezione di fiducia che sarà utile per il suo futuro.Al di là dei valori tecnici e dei tatticismi quello che proprio non va è quell’aria di sufficienza nel fare le giocate, quella paura di prendersi delle responsabilità, quella paura di sbagliare che fanno si che si giochi senza ardore.Vestire la maglia del Toro probabilmente non da più ai giocatori di questi ultimi anni quella carica quello spirito battagliero che avevano i giocatori che vestivano la maglia del Toro fino a tutti gli anni 80; il Toro come scelta di vita fa parte solo della tifoseria per i calciatori essere al Torino è come essere da qualsiasi altra parte.Se questo fosse completamente vero tutte le squadre sarebbero composte da giocatori ignavi che pensano solo al loro tornaconto personale e cioè pigliare lo stipendio e non farsi male per poter continuare a pigliarlo il più a lungo possibile.Invece no, si vedono squadre che mettono in campo una grinta simile a quella del vecchio Toro che giocano dando tutto ottenendo risultati in linea con il loro valore se non di più.Il Torino delle prime giornate è sparito ed è tornato ad essere la Cairese dei tre anni in serie A.A noi quest’anno basterebbe che i giocatori ottenessero risultati in linea con il proprio valore per poter tornare in serie A senza passare dalle forche caudine dei play-off (oggi se si fossero disputate tutte le partite forse ne saremmo addirittura fuori), lo si può fare anche iniziando da lunedì prossimo anche se i punti gettati al vento grazie a prestazioni indegne sono ormai una decina.
toro
Toro = scelta di vita!
Commentare la prestazione di Piacenza è un esercizio che va fatto a stomaco vuoto.Questa squadra sta avendo una involuzione che è molto simile a quelle avute dalle squadre che l’hanno preceduta nell’ultimo decennio, basti...
© RIPRODUZIONE RISERVATA