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Toro: sconfitta beffarda, ma tanta autocritica da fare

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
Quando si prendono quattro sberle da una squadra il primo pensiero che può venire in mente a chi non avesse visto e vissuto la partita sarebbe quella di una sonante meritata disfatta. In realtà la sconfitta dal Torino contro il...

Quando si prendono quattro sberle da una squadra il primo pensiero che può venire in mente a chi non avesse visto e vissuto la partita sarebbe quella di una sonante meritata disfatta. In realtà la sconfitta dal Torino contro il Cagliari per 4 a 3 ha molti perché e molti per come lontani da un vero tracollo. Se dovessimo giudicare il primo tempo dei granata allora il Toro ha meritato la sconfitta, se analizziamo i secondi 45’ allora i punti su cui recriminare sono molteplici: una difesa disattenta come da tempo non si vedeva; sfortunata nel prendere il gol della vittoria cagliaritana a pochi secondi dalla fine della partita per un autogol; ingiustizia vera per il rosso diretto sbattuto in faccia a Diop, dopo soli 26 secondi dal suo ingresso, con gli uomini di Ventura costretti a giocare le ultime carte per raggiungere il pareggio in nove.   Il Torino, nonostante la sconfitta, ha giocato con carattere nel rincorrere per ben due volte lo svantaggio ma ha mostrato delle amnesie difensive mai viste prima. Cagliari molto furbo a incunearsi nell’area granata e Toro ingenuo e sprovveduto in tre gol su quattro. Ogbonna da quattro in pagella per i due rigori netti procurati ma è stata tutta la linea difensiva davvero poco attenta. Il secondo gol di Conti al 75’, lasciato solo soletto a colpire di testa, è un errore madornale di tutta la difesa comandata malissimo oggi da un Ogbonna lontano anni luce da quello che si è meritato la convocazione nazionale. Spesso lento e impacciato, poche volte si è visto difendere bene e mai un vero anticipo cui si era abituati vedere.   Dopo un primo tempo che ha visto registrare un Torino ancora una volta poco costruttivo e poco reattivo in avanti, con un Cerci  da ‘chi la visto?’,  Bianchi e compagni hanno iniziato a  macinare gioco soprattutto  con le scorribande dell’ irrefrenabile ala granata entrata in campo col piglio giusto.  “Il Magnifico” ci metteva solo un minuto ( era il 46’)  a prendersi la squadra sulle spalle pareggiando provvisoriamente  il risultato con una staffilata di rara bellezza. Questo era il momento migliore per i granata che reggevano bene a centrocampo e ripartivano veloci sulle fasce. Il vantaggio granata arrivava di li a poco, al 53’, con un azione folgorante tra Cerci e Darmian, ottima la sovrapposizione di quest’ultimo che dal fondo crossava perfettamente nell’area rossoblu, portiere e difensori disturbati da Bianchi guardavano la palla raggiungere i piedi di Stevanovic che  ben appostato infilava la rete di Agazzi portando in vantaggio meritatamente i granata.   Un doppio  colpo, in soli 7 minuti, che avrebbe ammazzato chiunque ma non il Cagliari , nono stante la pressione del Toro che, dal 59 ‘ al 74’ ,partiva per ben 4 volte in contropiedi pericolosi ma sprecando nella finalizzazione. Poi la disattenzione di tutta la retroguardia con il gol di Conti. Di qui in avanti il Toro calava alla distanza mentre gli uomini di Pulga iniziavano a macinare gioco con una fitta rete di passaggi. All’86’ un Ogbonna, fuori condizione e in giornata negativa, bissando il primo tempo, regalava di rigore il terzo gol ai rossoblu lasciando i granata in dieci uomini. Davvero pessima la sua prestazione. Ma non solo lui, Barreto ad esempio ha dormito molto, non è mai stato in partita e mai si è trovato negli scambi con Bianchi, decisamente un passo indietro dei due in coppia rispetto alla prestazione di una settimana fa.   Emozioni finite? Per nulla! Ecco l’arbitro a ergersi prim’attore della partita prima buttando fuori l’appena entrato Diop, reo di aver dato una manata in faccia a Conti ( in realtà il ragazzo granata aveva si le braccia aperte ma nell’intento di coprire la palla e difendersi) e poi decretando un rigore un po’generoso in favore del Toro su Bianchi. In nove  contro undici,ad un minuto dal 95’, la partita sul 3 a 3 sembrava ormai finita ed invece un Conti lasciato libero di tirare dava la vittoria ai rossoblù grazie ad una deviazione beffarda di un incolpevole Glik che spiazzava Gillet.   Davvero una  sconfitta beffarda che, grazie ai risultati dagli altri campi, non modifica più di tanto la classifica in tema salvezza ma deve essere un monito, un avvertimento a non abbassare troppo la guardia. Questa volta i cambi venturiani sono apparsi ritardati e forse sbagliati: Birsa, entrato per un bravo Stevanovic, è stato nullo ed è un peccato perché il Toro era ancora in vantaggio. Troppo lento lo sloveno incapace di dare spinta esterna, forse  era il caso di buttare in campo il giovane Menga o magari D’Ambrosio capace di disimpegnarsi bene anche come ala. Idem la ritardata sostituzione  del brasiliano con  Diop. Il senegalese è stato fatto entrare troppo in ritardo. La sua vivacità e la sua voglia, quando si era ancora sul 2 a 1, avrebbe senza ombra di dubbio portato più pericoli alla difesa cagliaritana rispetto ad uno spento Barreto. Il brasiliano è un ottimo giocatore ma ci sta che a volte le gambe non girano e allora sarebbe giusto anticipare il cambio. Sappiamo bene che con i se e con i ma non si va da nessuna parte tanto meno sapere se il risultato sarebbe stato diverso ma ci pare giusto analizzare quello che ha mostrato la partita. Toro beffato si ma con tanta autocritica da fare contro un Cagliari più voglioso del Toro di fare i tre punti.   Gino Strippoli