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Non poteva che essere così la fine del 187° derby torinese: bianconeri vincitori senza grandi meriti e grazie ad un evidentissimo penalty non concesso dall’arbitraggio assai scadente di Bergonzi, per nulla aiutato a dir il vero dal giudice di linea Andrea De Marco. Un rigore sacrosanto non dato che giungeva all’81’, sullo zero a zero, con conseguente espulsione di Bonucci reo di aver strattonato ( sbilanciandolo) per la maglia Jonathas pronto a ricevere il servizio a centro area di Cerci. Questa è la realtà dei fatti e della cronaca. La partita sarebbe sicuramente finita diversamente, invece gli occhi bendati di una terna arbitrale discutibile hanno di fatto regalato alla Juventus la sfida stracittadina. Eh si perché oltre al rigore non concesso il Bergonzi da Genova ne ha fatte vedere di tutti i colori come ad esempio mai punendo per due volte Chiellini su due ripartenze di Cerci. L’esterno granata in piena velocità veniva buttato letteralmente fuori dal campo grazie ai gomiti alti del difensore bianconero che gli ostruiva la corsia. Questi sono falli di ostruzione! Ma esistono ancora nel regolamento del calcio di Bergonzi? Già…., e che dire di un entrataccia di Pirlo su Bianchi in gioco pericoloso per nulla sanzionata mentre, poco prima, per lo stesso fallo sul centrocampista bianconero era stato punito Meggiorini,per altro fermando un bel contropiede granata. Che dire dei ripetuti ( almeno tre) falli di Lichtsteiner su Santana con annessa gomitata mai pervenuta all’arbitro. Siamo alle solite : due pesi e due misure! Questo fa crescere ancor più il rammarico per una sconfitta avvenuta all’86 con un gol di Vidal, dopo che la partita stava andando per le terre del pareggio, risultato sicuramente più giusto. Se analizziamo la partita l’unico vero tiro nello specchio della porta prima del’’86 lo aveva fatto il Torino con Santana al 43’ impegnando nella parata più difficile dell’intera partita Buffon. Il Toro ha concesso davvero poco ai bianconeri e compagni, ma come ha concesso poco ha raccolto nulla come gli succede ormai da tre partite. E se fino a poche settimane fa la salvezza era per così dire ‘tranquilla’ adesso si avverte l’ombra incalzante della serie B distante solamente 4 punti dalle terz’ultime. Un ombra inquietante, persino ingiusta se analizziamo le sconfitte granata come sono avvenute. Non c’è mai stata squadra che abbia dominato il Toro in campo nemmeno nelle sconfitte cocenti contro il Napoli, ne con la Fiorentina, ne con il Cagliari, nel con la Roma, ne col Parma, eppure il Toro come anche nella stracittadina, vuoi per sfortuna, vuoi anche per propri errori marchiani, vuoi per errori arbitrali esce da questi scontri a mani vuote con un fattore psicologico terribile da affrontare ovvero i finali di partita. Contro il Parma si era in vantaggio, così come con il Cagliari e con il Napoli, con la Fiorentina non si è riusciti a portare a casa un pareggio dopo una ricorsa pazzesca. Nessuna di queste squadre vittoriose ha dominato sul campo il Toro, così come nel derby, però il Toro adesso si trova in una posizione davvero delicata in classifica, posizione che non merita ma con cui deve fare i conti adesso! Potenzialmente l’ organico granata è squadra che ‘balla’ tra il 10° e il 13° posto, e fino a un mese fa era in pieno obiettivo poi un crollo verticale che sta rendendo la strada di questo campionato in completa salita. Quali errori? Sicuramente tanti visto l’andamento granata degli ultimi due mesi, ma oggi come si può criticare la squadra granata dopo averla vista giocare alla pari con i futuri campioni d’Italia? Adesso è’ il momento di stare vicini alla squadra e di esserne comunque orgogliosi e iniziare a pensare ai prossimi decisivi scontri con Genoa, Chievo e Catania. In queste tre gare si giocherà tutta la stagione granata! Gino Strippoli (foto M.Dreosti)
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