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Toro, se non fai 40 punti non meriti la A

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Federico Danesi

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Il gioco delle tabelle lo lasciamo ai malati di calcio e di numeri. Ma in fondo Giampiero Ventura va ritenendo da mesi che la quota salvezza è a 40 anche se lui e altri in scia ieri hanno abbassato l’asticella di un punto. E francamente se con un livello di campionato così modesto non ri riescono a mettere insieme nemmeno 40 punti non si merita un futuro.

 

Per il momento però non possiamo fidarci di nessuno, anche se è bene ricordare quanto successo nelle ultime stagioni. Forse non si salirà come nel 2005 quando il Bologna retrocesse con 42 punti e dietro a lui il Brescia con 41, ma certo nessuno dal Toro in giù può essere tranquillo e forse nemmeno quelle davanti un paio di punti. Andando ad analizzare le ultime dieci stagioni, nel 2003 la prima delle retrocesse fu l’Atalanta con 38, l’anno successivo il Perugia con 32 e del 2005 abbiamo già detto. E ancora nel 2006, al di là di una classifica riscritta, la terz’ultima era il, Messina con 31, mentre nella stagione successiva il Chievo con 39, nel 2008 l’Empoli con 36, nel 2009 proprio il Toro con 34, nel 2010 l’Atalanta a 35, nel 2011 la Samp a 36 e un anno fa il Lecce con 36.

 

Come a dire che 40 psicologica,mente più che realisticamente, può andare bene. Ma è anche ora di finirla con la storia della neopromossa che costantemente Ventura ripete alla fine di ogni partita, qualunque sia stato l’esito. I punti non li consegna la storia, ma solo il gioco oltre ad un pizzico di fortuna che in questo momento ha girato le spalle. E quattro in condizioni normali, con lo spareggio in casa contro il Genoa, si possono fare tutti. A patto di cambiare mentalità.

 

Federico Danesi

(foto M.Dreosti)