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Toro senza riserve a caccia della Dea

La partita contro l’Udinese ha dimostrato che questo è un Toro senza riserve ma composto da giocatori tutti titolari. Si, finalmente un gruppo solido, cementato con pazienza da Giampiero Ventura che ha da subito stabilito che prima...
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

La partita contro l’Udinese ha dimostrato che questo è un Toro senza riserve ma composto da giocatori tutti titolari. Si, finalmente un gruppo solido, cementato con pazienza da Giampiero Ventura che ha da subito stabilito che prima del singolo viene il gruppo. Si spiega così anche la bella prestazione di Di Cesare (migliore in campo), Basha, D’Ambrosio e Sansone mercoledì contro i friulani. Giocatori che di fatto hanno esordito in serie A, eccezion fatta per i pochi minuti disputati precedentemente dall’ex Sassuolo. Ventura ha il pregio di far sentire importanti tutti coloro che sono nell’organico granata. Inoltre i meccanismi tattici sono stati assimilati bene da tutti quanti e tutti quando vanno in campo si divertono perché giocano la palla, se la passano, si cercano, dialogano. Tutti uniti per un unico progetto, tutti a remare dalla stessa parte. Ecco queste sono tutte componenti importanti che spiegano il perché il Toro ha riconquistato i suoi tifosi e soprattutto la stima e il rispetto delle squadre avversarie. Per dirla tutta, il Toro di oggi incute timore a qualsiasi avversario!

 

DIFESA IMPENETRABILE - La difesa granata è diventata la terza fortezza della serie A, con soli 3 gol subiti, come è altrettanto vero che l’attacco appare ancora deficitario dal punto di vista delle reti (4). In proposito c’è da  dire che i meccanismi offensivi ci sono e si intravede qualcosa di buono ma serve oliare qualche ruota dentata che porti le azioni offensive ad essere più scorrevoli e penetranti per gonfiare la rete avversaria. Il Toro sta però scoprendo anche un giocatore, Sansone,  che in fatto di fluidità offensiva potrebbe diventare nevralgico per scardinare le difese grazie alla sua rapidità, ai suoi piedi buoni e alla sua mira. Deve però avere il sostegno di un attaccante  di peso al suo fianco come Rolando Bianchi. Potrebbe essere la coppia giusta per andare a conquistare la ‘Dea’ bergamasca. Già, in quel di Bergamo il Toro recupererà sicuramente Matteo Brighi e si sa quanto siano importanti la tecnica e l’intelligenza tattica dell’ex romanista in un centrocampo che si affiderà ancora una volta a Gazzi. I due formano una coppia importante, ma, dopo la bella prova di mercoledì scorso, scalpita anche Basha.

 

RITORNO AL 4-2-4  - L’ipotesi più concreta per sfondare la difesa  di Colantuono potrebbe essere quella di agire con il più offensivo 4-2-4 con Santana e Cerci sulle fasce ad aggirare i nerazzurri per servire  al meglio la coppia Bianchi – Sansone (o Sgrigna) ma anche liberi di fare gli incursori accentrandosi per il tiro. Ma al solito Ventura potrebbe optare per un’altra sorpresa ovvero un tridente d’attacco formato da Santana, Bianchi e Cerci e un centrocampo più possente formato da Basha, Brighi e Gazzi. In proposito c’è da ricordare che all’Atalanta verranno a mancare Biondini e Carmona  a centrocampo e Bellini e Stendardo in difesa: quattro assenze pesanti per Colantuono. Questo porterebbe la scelta dell’allenatore granata a indirizzarsi verso la prima ipotesi, ovvero la coppia d’attacco formata da Bianchi e Sansone(o Sgrigna). Bergamo è sempre stato un campo difficile ma il Toro, come ha fatto in queste prime 5 giornate di campionato, deve provare a fare la partita per vincerla. Non sono d’accordo con chi dice che contro l’Udinese si è fatto poco in fase offensiva. Tre legni che tremano ancora e una deviazione su tiro di Vives sono lì a dimostrare che il Toro c’è! In serie A il livello qualitativo è alto e quando si creano 4 o 5 occasioni da gol vuol dire che una squadra fa gioco. Se al posto dei legni almeno due palle fossero finite in rete staremmo a parlare di attacco ritrovato! Invece pali e traverse… Ma l’attacco del Toro funziona, diamo tempo all’olio di scorrere nei meccanismi e fluiranno anche i gol.

 

Gino Strippoli