Toro, solo 3 tiri in tutto il match, record negativo

Altro finale amaro per il Toro, che a una manciata di minuti dal novantesimo vede sfumare il vantaggio su un episodio a dir poco dubbio con protagonisti Jonathas e Bonucci, per poi pochi istanti dopo vedere concretizzarsi la sconfitta, la settima negli ultimi otto derby di campionato – partite nelle quali il Torino non è mai riuscito a segnare. Resta così quello di Benoit Cauet (nel 2-2 del febbraio 2002) l’ultimo sigillo granata nella stracittadina, e il 2-1 dell’aprile 1995 l’ultima vittoria in un derby. Degli episodi più contestati di questa gara se n’è parlato e se ne parlerà ancora molto. in questa rubrica si vuole però analizzare, leggendo i dati della partita, gli aspetti tecnico-tattici e mettere in luce i punti deboli evidenziati dal Toro in questo derby.   I MODULI TATTICI – Giampiero Ventura è un “purista”, si sa, ed è rarissimo vederlo allontanarsi dal suo amatissimo 4-2-4. Trovo giusto dare alla propria squadra un’identità di gioco – cosa in cui l’allenatore del Toro è un maestro – rispettando il proprio credo calcistico, ma credo anche che quando hai di fronte un avversario con qualità tecniche nettamente superiori, sia necessario doversi adattare almeno in parte al suo gioco. In questo caso specifico, affrontare una formazione che gioca con il 3-5-1-1, in cui a fungere da trequartista gioca un centrocampista completo, abile anche in fase di interdizione, contrapponendo due soli mediani, è a mio avviso azzardato. Nonostante l’idea – di per sé buona – di arretrare Meggiorini in pressione su Pirlo in fase  di non possesso, il risultato finale è stato comunque di avere un centrocampo sempre in inferiorità, ed il grafico sotto riportato (che mostra le posizioni medie in campo) è inequivocabile. Altro dato che conferma la tesi: 28 i contrasti effettuati dagli avversari, appena 18 quelli del Torino.   SQUADRA TROPPO CONTRATTA – È vero che al Torino sarebbe andato bene anche un pareggio, però se si vogliono vincere le partite a mio avviso bisogna avere più coraggio. Tre tiri (3) effettuati in tutta la partita, record negativo per il Toro in una gara di questa stagione. Di questi, due – di Santana nel finale del primo tempo e di Birsa a partita ormai decisa – hanno trovato lo specchio della porta.   POCHI PERICOLI DALLE FASCE –  Il Toro non è stato in grado di sfruttare al meglio la marcia in più dei suoi esterni offensivi, Cerci in particolare. Ventura ha preferito farli accentrare piuttosto che andare sul fondo e crossare, ma per vie centrali era difficile fare male ai bianconeri. Cinque i cross effettuati su azione dai granata, mai di meno in una partita di questa stagione. Le giocate offensive nate dalla corsia di destra sono state appena il 15.2% del totale; il 42.4% sono arrivate dal centro, stessa percentuale per la fascia mancina.   TORO NERVOSO –  Come per sua natura, il Torino sente in maniera particolare il derby, e la troppa tensione finisce per scaturire in un nervosismo estremo che nuoce al bel gioco. 25 i falli commessi, altro record negativo per i granata in un match di questo campionato. E Kamil Glik entra negli annali per essersi fatto espellere in entrambi i derby di un singolo campionato.   L’INCUBO DEI MINUTI FINALI – Solito copione: due gol subiti nell’ultimo quarto d’ora, 20 in totale in questa stagione, primato negativo in Serie A. I motivi di questa costante possono essere diversi, ma va sottolineato il fatto che il Torino è la squadra che ha utilizzato meno giocatori dal primo minuto in questo campionato, solo 22: la stanchezza può essere un fattore da non sottovalutare. Resta il fatto che domenica si affronterà il Milan, al contrario la squadra che ha segnato più reti negli ultimi 15 minuti di gara, ben 21. Finale già scritto?    

Giacomo Zanetello

(Dati forniti da Opta – )