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‘Toro, torna al 4-3-3 con D’Ambrosio’

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Federico Danesi

Quella di domenica a Firenze sarà partita da coltello tra i denti. Ma soprattutto andrebbe giocata da un Toro diverso, nel modulo e negli uomini. Lo dice apertamente Lello Vernacchia,il nostro esperto di tattica, che invita Ventura a fare un esame di coscienza e a cambiare, fino a che è in tempo.

 

“La Fiorentina fa della corsa e del possesso palla la sua arma principale. Ecco perché, contro una squadra che gioca con un centrocampo a cinque, sarebbe un suicidio presentarsi con il solito 4-2-4. Servono almeno tre uomini in mezzo, uno dei quali può essere anche un difensore aggiunto, anche perché sarà fondamentale bloccare il loro gioco sulle fasce con Cuadrado e Pasqual”. Quanto agli uomini, ci sono scelte che paiono obbligate: “Francamente non capisco come D’Ambrosio con la condizione fisica che ancora mostra possa rimanere fuori dall’undici iniziale. Mi pare uno dei più in palla e potrebbe dare una bella mano anche a centrocampo. Senza dimenticare che due giocatori come Cerci e Santana devono essere lucidi in avanti e non si possono sfiancare a rincorrere gli avversari. A Firenze servono giocatori di gamba buona e di passo”.

 

Poi serve anche qualcuno che la butti dentro: “Chi segna non si tocca, quindi Bianchi deve giocare. Al suo fianco, se ci sarà il 4-2-4 può andare bene il ritorno di Barreto che sulle ripartenze può fare male”. Quello che il Toro non può permettersi è di avere paura: “E’ chiaro che con una Fiorentina lanciatissima e che vorrà dare continuità al suo buon momento non si può giocare all’arrembaggio ma bisognerò ragionare. Però anche le dirette avversarie hanno gare delicate, soprattutto il Siena con il Chievo e il Palermo nel derby siciliano”.

Infine due parole sull’ex più atteso, Alessio Cerci: “Immagino che domenica il pubblico gli preparerà un’accoglienza pepata ma lui non deve cadere nei tranelli. E’ maturato moto e sa di avere un mezzo biglietto per i Mondiali. Può fare la differenza in positivo, baste che se lo ricordi”.

 

Federico Danesi

(foto M.Dreosti)