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Toro, ultima chiamata per il carro europeo

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L’editoriale di Gino Strippoli / Contro il Bologna servono corsa e grinta per 90 minuti: vietati i black out
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

È davvero l’ultima chiamata per rimanere attaccato al carro europeo, quella che riceve il Torino a Bologna contro la squadra di Donadoni. Oggi serve non solo la prestazione ma il risultato pieno a tutti i costi per evitare di incunearsi in un campionato davvero anonimo. Una partita difficile, e rispetto al girone di andata i felsinei sono altra squadra, più compatta e difficile da affrontare. La prestazione dei rossoblù contro l’Inter in Coppa Italia, seppur condita da una sconfitta ai supplementari, spaventa non poco. Se oggi l’Inter è la compagine più in forma del campionato il Bologna gli ha tenuto testa fino alla fine mettendola spesso in difficoltà: gioco fluente sulle fasce con i giovani Di Francesco e Krejci  che supportano il centravanti Destro, ma capaci anche di aiutare il centrocampo facendo un ottimo filtro.

Un punto debole però questo Bologna ce l’ha, ed è la difesa: il reparto più vulnerabile che se messo sotto pressione può andare in tilt. Ecco perché i ragazzi di Mihajlovic dovranno sfoderare con le loro gambe e molta testa una partita senza limiti di tempo, senza pensare ai minuti che scorrono, senza paura. Appare chiaro che l’assenza del bomber Belotti peserà sicuramente nell’economia dell’attacco e non solo (il Gallo è giocatore universale che apre gli spazi per gli inserimenti dei compagni, senza contare quello che garantisce in fase di copertura) Scatta quindi l’ora per vedere se questo Toro è Belotti-dipendente, visto che sulle quattro reti segnate nelle ultime altrettante partite, c'è la firma del centravanti granata in ben tre, l’altra è di Benassi.

Poi si aspetta di vedere il miglior Iturbe (ma qui il ragazzo non ha colpe visto che è un anno che praticamente non gioca e in campo i suoi sbagli sono proprio dovuti dalla recente mancanza di abitudine all’agonismo) e infine Falque ma in questo caso l’esterno granata, che ha fin qui segnato 8 reti senza essere una vera punta, gioca e sprinta sulla fascia destra aiutando poi il suo compagno Zappacosta nei ripiegamenti, ed è tutt’altro che una delusione. Sarà comunque il lavoro del centrocampo a fare la differenza in campo sia in positivo che eventualmente in negativo. L’analisi di questo campionato in mezzo al campo dei granata è sotto gli occhi di tutti. Valdifiori che ha piedi buoni ma fisico leggero avrebbe bisogno di essere supportato da due mediani potenti e fisici cosa che con Baselli e Benassi non ha.

Al contrario con le due mezzali citate dalla buona tecnica e dalle buone incursioni a rete (i due hanno fatto rispettivamente quattro e cinque reti) si avrebbe bisogno di un mediano centrale dalla prestanza fisica imponente capace di fare filtro davanti alla difesa e magari saper impostare le azioni. Il calciomercato sta portando nomi su nomi per il centrocampo granata, da Castro a  Donsah, ma sono davvero i rinforzi giusti? Sicuramente l’argentino sarebbe un grande aiuto alla causa granata, ma una vera alternativa a Valdifiori occorrerebbe a meno che non si voglia dare fiducia definitiva al serbo Lukic.