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Toro, una prova di potenza e superiorità

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

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di Gino Strippoli

 Sette giorni or sono avevamo lasciato un Toro frullatore, che aveva frullato la simpatica Nocerina, e dopo una settimana abbiamo trovato contro la Sampdoria un Toro ancora più potente, capace di esprimere in campo una prova di forza importante per come è avvenuta.Contro una parigrado, perché la squadra allenata da Iachini, al di là dei punti in classifica , è una ottima squadra, tra l’altro arrivava da un periodo di ottima forma, il Toro ha affermato nei 90 minuti di gioco di essere la squadra più forte del campionato. Una partita difficile, sollevata anche alla vigilia da non pochi stati d’ansia, dove da una parte c’era una squadra, quella blucerchiata, che doveva per forza vincere, avvelenata, alla ricerca della vendetta per la sconfitta subita a Marassi nel girone di andata, che di fatto ha segnato poi in negativo il loro cammino e la loro discesa, e dall’altra un Toro pimpante che cercava la prova della maturità  dopo aver tritolato la Nocerina. Già la prova della maturità perché dal Toro ci si aspetta sempre molto.

Dopo la bella vittoria  sui campani gli entusiasmi erano alle stelle com’è giusto che sia dopo una bella prestazione, ma alcuni sollevavano ancora sospetti sulle capacità di gioco  della squadra granata e molte erano le voci maligne  che ‘raccontavano’: "Ma si, il Toro ha vinto ma contro l’ultima in classifica, contro una Nocerina  inesistente…". A parte il fatto che la prova dei ragazzi di Ventura era stata impeccabile, ma se qualcuno aveva ancora qualcosa da ridire  adesso è stato subito zittito dalla vittoria  e dal doppio urlo di Antenucci e Meggiorini, intervallato solo da un bel gol di Juan Antonio ma soprattutto da una disattenzione (unica) difensiva  di D’Ambrosio. Contro la Sampdoria la partita l’ha vinta Ventura,  abile nel cambiare il volto della gara azzeccando le sostituzioni,  e tutti i calciatori granata bravi, disciplinati e capaci di imporre la legge del più forte. Ventura ha scritto una partitura perfetta e i suoi giocatori hanno saputo leggerla bene. Due turbo, Oduamadi e Stevanovic, sulle fasce che hanno devastato come spine  sui fianchi la Doria.  Odu con i suoi scatti ha mandato spesso in corto circuito il suo avversario Berardi. Il nigeriano sta diventando sempre più elemento prezioso nello scacchiere di Ventura, un bel puledro che ha cavalcato la fascia senza paura  mettendo spesso al centro area  palle basse  che hanno messo in difficoltà la retroguardia  avversaria.  Steva, l’altro purosangue , ha confermato quanto di buono ha fatto vedere contro la Nocerina  e anche dall’inizio del campionato. Scatti e contro scatti, contropiedi palla al piede devastanti, spesso lasciando ubriachi e impotenti gli avversari, a volte è stato persino sin troppo irriverente . Nulla da eccepire sulle sue qualità. Se avrà la capacità di rimanere umile potrà diventare un campione. Ma parlare solo dei due cavalli pazzi granata sarebbe ingiusto visto che tutti sono stati davvero bravi a interpretare la gara.

Che dire  della partita disputata da Di Cesare, sicuramente la più bella da quando è al Toro: elegante nei disimpegni quanto  imperioso nell’anticipare  gli avversari. Ogbonna  è stato il solito baluardo capace con il suo atletismo di inibire ogni  iniziativa sia di Pozzi che di Bertani. Se c’è forse  un piccolo neo da rivedere in questa partita è il gol subito nato  da un eccesso di sicurezza di D’Ambrosio, sin lì perfetto, che ha voluto uscire a tutti i costi palla al piede in dribbling  da una situazione difficile perdendo la sfera e dando il via al gol  di Antonio. Forse in quel momento sarebbe stato meglio lanciare la palla in avanti al posto di giocarla. Ma forse è stato un bene perché il pareggio ha tirato fuori il carattere  del Toro, indomito e  superlativo, andato subito alla ricerca  della vittoria. Un ‘altra squadra avrebbe subito il contraccolpo i granata no! Si sono ancor più caricati per prendersi i tre punti.

E dire che il Toro dopo il primo gol fulminante  di Antenucci si è trovato più di una volta nella situazione di  sferrare il colpo del KO, prima con Bianchi quando vincendo un contrasto aereo con Castaldello è andato a incornare  una palla che il portiere  Romero, con le punta delle dita, ha mandato sulla traversa, strozzando al capitano granata l’urlo del gol, e poi con lo stesso Antenucci  che ha sballato  un tiro  a dir poco semplice dopo una stupenda azione di Odu e un velo fantastico di Bianchi. Ma tutto è bene ciò che finisce bene. Bianchi in questa partita si è confermato elemento importantissimo di  un collettivo, ha giocato per la squadra creando spazi per i compagni, cercando scambi e regalando assist  per Antenucci.

Sapiente la regia di Iori sempre geometrico ma anche attento alla copertura come il suo compagnio di reparto Basha sempre più trincea di centrocampo. Una partita che Ventura ha preparato bene e i ragazzi granata hanno saputo interpretare  nella giusta direzione , una partita vinta anche dalla difesa capace di mettere in fuorigioco per ben 8 volte nei 90 minuti gli avanti sampdoriani.  Archiviata questa gustosa e godereccia vittoria  il pensiero va ad un'altra battaglia  domenicale, quella contro il Brescia. Una partita difficile ma che il Toro visto contro la Sampdoria  saprà affrontare come sempre ovvero cercando la vittoria con il gioco e l’attenzione tattica del maestro Ventura!