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E’ il minuto 49’, di Torino Lazio, quando Gonzales semina in una veloce ripartenza il bravo Darmian, l’uruguagio scambia palla con Onazi che tira scaldando le mani a Gillet. Sembra uno dei tanti minuti di questa partita dove i giocatori di entrambe le squadre in equilibrio precario faticano a giocare a calcio e a dosare i passaggi, con la palla che frena solitaria nel sottile strato di neve. Invece diventa il momento cruciale della sfida grazie alla strategia di mister Ventura che decide di scambiare di fascia i due terzini, Darmian a sinistra e D’Ambrosio a destra, mettendo la velocità di quest’ultimo a contrastare il veloce Gonzales ma anche per cercare maggiore sovrapposizione in avanti con Cerci. Proprio da un avanzata dell’esterno di Castellamare di Stabia nascerà il gol all’80’. Il terzino conquista con caparbietà un pallone che farà rimpallare contro un difensore in calcio d’angolo. Lo batterà Cerci che farà spiovere in piena area un bel cross a mezz’altezza che Jonathas, da pochi minuti entrato al posto di Barreto, spedirà in porta gonfiando la rete alle spalle di Marchetti. E’ il gol vittoria ed è il frutto di una partita giocata a senso unico con il Toro a fare la partita e la Lazio a giocare su tentate ripartenze ben controllate dalla retroguardia granata. Di certo l’espulsione di Ciani al 16’, dopo due entrate da tergo nel giro di due minuti su Barreto, ha agevolato il Torino ma fino ad un certo punto visto che i biancocelesti nonostante siano rimasti in dieci hanno tenuto bene il campo e i granata al solito hanno creato davvero molto, con fraseggi di gioco a centrocampo, verticalizzando con Brighi e Gazzi e contropiedi veloci con Cerci , Santana e Barreto, ma poi nel momento di finalizzare le azioni si spegnevano nel nulla. Ecco perché è stata una vittoria sudata e meritata, perché i ragazzi di Ventura hanno saputo interpretare bene la partita senza farsi prendere dallo sconforto viste le poche conclusioni a rete nei primi 70 minuti. Infatti è stata la Lazio a impensierire il Toro già al 10’ con Onazi che di testa incornava su cross di Candreva con palla sul palo, poi ci pensava Gillet a mettere i brividi al Toro con un rinvio che andava a rimpallare su un avversario. Dopo queste due azioni pericolose i granata hanno preso fiducia e coraggio facendo correre la palla trovando in Brighi, migliore in campo, un vero ‘gatto delle nevi’ capace per tutta la partita di arpionare palloni sui piedi degli avversari facendo poi ripartire il Toro in contropiede. La sua è stata una grandissima prestazione come ha fatto anche Gazzi. Oggi come oggi i due sono inamovibili per le geometrie del centrocampo granata. Chi diceva che Ventura non sapesse correggere una partita in corso con i cambi si dovrà ricredere visto che oltre alla strategica mossa Darmian – D’Ambrosio ha saputo sostituire nel momento giusto i due pesi leggeri Meggiorini (impalpabile) e Barreto (buona prestazione la sua per movimento perpetuo in avanti) con Bianchi e Jonathas che tra le nevi dell’Olimpico hanno saputo dar più peso in attacco grazie alla loro fisicità. Il tatticismo di Ventura ha battuto la strategia di Petkovic e la vittoria porta il Toro al 12° posto in classifica ma a pari punti (35) con la Sampdoria , che ha una partita in meno, insieme ad altre 4 squadre. Oggi la retroguardia granata è stata impeccabile con il duo centrale Glik - Rodriguez che ha sovrastato l’energico Kozak, una tenaglia perfetta che non ha lasciato scampo al centravanti laziale. Bene hanno fatto Santana e Cerci con l’argentino che ha disputato 60 minuti senza mai risparmiarsi come ottimo è stato l’inserimento di Birsa , ormai una certezza in più per Ventura. Un plauso va a Jonathas entrato immediatamente in partita, non solo per il gol da 7 in pagella ma per l’impeto con cui si è proposto in campo andando a infastidire i portatori di palla biancocelesti. E’ stato un grande Toro perché era davvero difficile giocare senza ‘ racchette ai piedi’ ma gli slalom di Santana, Barreto e Cerci, anche se a tratti, hanno fatto tagliare il traguardo a questo Toro. Gino StrippoliSegui @Gino_Strippoli (foto M.Dreosti)
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