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"Non era stato neanche un derby eccessivamente negativo per Simone Zaza, fino al 70'. La vita del calciatore, la partita del calciatore, però, è fatta di momenti, di momenti da non sbagliare. E quel momento, Zaza l'ha clamorosamente sbagliato. Il retropassaggio suicida verso Ichazo che ha poi causato il rigore è sbagliato per tanti motivi, il primo dei quali è sicuramente il tipo di esecuzione. Zaza ha toccato quel pallone in maniera lenta e quasi presuntuosa, come a voler esaltare il suo (bel) recupero su Bonucci di qualche istante prima. E quella dannata presunzione è costata il derby ad un intero popolo.
"Dicevamo della partita di Zaza, che a bene vedere non è stata del tutto e completamente negativa. Senza picchi altissimi, ma anche con un po' più di carica agonistica rispetto alle ultime svogliate uscite. Qualche sponda ben fatta, qualche recupero e poi quel contatto preso in area con Alex Sandro che se fosse stato fischiato forse staremmo parlando di un'altra partita. Però poi c'è il 70', e il 70' non si può cancellare perché pesa quanto un derby. Perché di fatto è valso un derby.
"Ed è proprio qui che sta la riflessione. Per quanto gli elogi di Mazzarri e del compagno Belotti verso l'ex Valencia siano sicuramente sinceri e a loro modo motivati, Zaza fatica ancora ad inserirsi completamente in questo Toro e nei suoi meccanismi. Può essere spiegato anche così il suo errore, con quella voglia di mettersi in mostra e di strappare un applauso che è sfociata in un personalismo inutile e dannoso. E di conseguenza ora, il pubblico che lo aveva accolto con entusiasmo nonostante il suo passato, adesso si chiede quale sia il suo reale valore viste le tante prove incolore. E il suicidio di ieri certo non aiuta, anzi.
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