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"Cinque domande, tre pareri diversi a confronto. I nostri pareri, a volte concordi e a volte discordanti tra di loro. Ecco ToroPreview: ogni settimana, prima della partita, tre dei nostri giornalisti risponderanno alle domande della redazione, dicendo la loro sull’impegno che attende la squadra e in generale sul momento dei granata. Opinioni personali a volte agli antipodi, per cercare di dare una visione più completa possibile al lettore sull’argomento trattato. Questa settimana, dall’altra parte del microfono ecco i nostri Nikhil Jha, Alberto Giulini e Diego Fornero.
"È stata anche la settimana che ha chiuso il mercato. Cairo ieri ha dichiarato: "Questo è il Toro di Mazzarri". Come vedi questa rosa? Le uscite di Ljajic e Niang cambiano le prospettive del Toro?
"Nikhil - Le uscite sarebbero arrivate e lo sapevamo, anche se in molti si aspettavano che ci fosse un solo sacrificato. Tuttavia la situazione attuale non spaventa: Mazzarri voleva una rosa scarna con qualche giovane in seconda linea e - difesa a parte, dove i granata sono molto numerosi - direi che è stato accontentando, alzando il tasso qualitativo generale della squadra. Certo, l'uscita di Ljajic toglie al Toro una risorsa di qualità significativa negli ultimi 20'/25' (lo si è visto contro l'Inter), ma forse avere tale risorsa è un lusso che una squadra che non fa le coppe europee difficilmente può permettersi.
"Alberto - Con la cessione di Ljajic il Toro perde sicuramente una risorsa importante, soprattutto in vista di quelle partite in cui si affrontano squadre chiuse in difesa. Non bisogna però sottovalutare Soriano, giocatore che può dare tanto a questa squadra ed incarna maggiormente lo spirito che Mazzarri vuole vedere in campo. Sicuramente in avanti un Belotti rigenerato può essere il vero grande acquisto di questa stagione, insieme alla conferma di Iago Falqué, uno dei giocatori più sottovalutati della Serie A. Non dimentichiamoci poi di Edera, un ragazzo che ha qualità importanti e può avere più occasioni per crescere e ritagliarsi uno spazio importante.
"Diego - Nell'attacco granata ora c'è minore qualità e ci sono meno alternative a disposizione. Se l'addio a Niang, per come si erano messe le cose, può considerarsi sacrosanto, sulla posizione di Ljajic hanno pesato anche la volontà del giocatore, considerato utile soprattutto a partita in corso e non titolare fisso, e l'ingaggio pesante offerto dal Besitktas, oltre ad un posto garantito nell'undici titolare in ogni competizione, Europa League compresa. Ora il Toro ha qualcosina in meno in termini di qualità, ma lì davanti c'è più spazio, anche per i più giovani. Se Mazzarri ha voluto fortemente tenere in rosa Edera, nonché il sottovalutatissimo Parigini (non ho perso fiducia nelle sue qualità e non lo reputo un esterno di centrocampo...), il motivo è semplice: dopo Belotti e Iago, con Zaza a scalpitare, saranno loro le prime alternative. Provare per credere.
"3-5-2 o 3-4-3: il tema tattico è di nuovo in voga a Torino. Quale può essere la soluzione migliore per i granata?
"Nikhil - Con l'Inter il 3-4-3 ha funzionato a meraviglia, e questo potrebbe aver tentato Mazzarri. Si può pensare a varie interpretazioni del modulo, dalla variante leggera (con doppio trequartista, come accaduto a Milano con Iago Falque e Soriano - poi Ljajic) a quella decisamente più pesante, inserendo Zaza al fianco di Belotti e dello stesso Falque (perdendo però così in alternative a partita in corso). Personalmente è una soluzione che apprezzo di più, perché permette di proporre un doble pivote davanti alla difesa che scarica Rincon, non sempre preciso, dalle responsabilità di gestire la palla in zone piuttosto complicate del campo. Mettergli a fianco Meité può fare del bene a tutta la squadra.
"Alberto - Al momento penso che la soluzione ideale per questo Toro sia il doppio trequartista alle spalle di Belotti. Iago Falque ha dato prova di essere in ottima forma e sarebbe libero di svariare tra le linee; il Soriano visto a San Siro non è ancora al top della condizione ma nel primo tempo mi è piaciuto molto. Quello che non mi ha convinto del 3-5-2 è l’impiego di Rincon come perno centrale della mediana: penso che il venezuelano possa dare tanto a questa squadra, ma lo vedrei meglio in un centrocampo a due con Meité e libero da compiti da regista. Chi vorrei rivedere in quel ruolo è Lukic, più abile nel gestire il primo pallone dalla difesa e comunque abbastanza forte fisicamente.
"Diego - Anche in questo caso, un ruolo fondamentale lo giocheranno le c.d. alternative. Condividendo i ragionamenti di Nikhil e Alberto, non escludo che - nelle prossime uscite - si possa vedere Lukic nella formazione titolare in quelle partite nelle quali c'è necessità di un regista quasi puro. Per ora, si andrà avanti probabilmente con doppio trequartista, in attesa del miglior Soriano e confidando ancora nell'effetto "sorpresa" (per noi, ma non per chi l'ha voluto fortemente in granata) di Meité, a San Siro vero uomo in più.
"Che insidie presenta la SPAL di Leonardo Semplici ai granata?
"Nikhil - La SPAL ha un gioco organizzato e codificato, praticamente lo stesso che ha condotto i ferraresi alla salvezza la scorsa stagione partendo dall'allora Lega Pro. Le catene laterali lavorano bene, e la vecchia conoscenza Antenucci (scartata con troppa leggerezza nell'estate della promozione con Ventura) sta scrivendo una nuova pagina nell'appassionante romanzo dei bomber di provincia. Il morale avversario è alto, ma gli spallini potrebbero essere appagati di aver strappato già 6 punti pesantissimi contro avversarie dirette per la lotta ad evitare la Serie B. Il Toro dovrà saperne approfittare.
"Alberto - La SPAL è una squadra molto compatta, concede davvero poco agli avversari che devono essere bravi a concretizzare le occasioni che si presentano. Penso che il pericolo numero uno sia Manuel Lazzari, un giocatore in grado di correre instancabilmente per novanta minuti e rifornire continuamente gli attaccanti. E poi c’è Antenucci: ha mostrato di essere un buon giocatore anche in Serie A, è in grande forma. Il Toro, però, dovrà mostrare di essere cresciuto proprio in questo genere di partite: se vuoi andare in Europa oggi devi vincere.
"Diego - Tralasciando per un attimo il discorso classifica, che forse farà "sorridere" ma comunque non mente, si può dire che la SPAL sia una bella realtà di questo inizio di stagione. La garra di Antenucci, la classe di Lazzari (stupisce che un giocatore così sia rimasto in biancazzurro, e di questo va dato grande merito alla società), la ritrovata convinzione nei propri mezzi della nostra vecchia conoscenza Alfred Gomis: queste sono solo alcune delle frecce nell'arco dei ferraresi, che hanno tutto per salvarsi e non verranno certo al "Grande Torino" per regalare la partita.
"Aina è il nome giusto a sinistra, in vista dell'assenza di Ansaldi?
"Nikhil - Il giocatore ha grandi colpi e un'intelligenza fuori dal comune. Il classico ed abusato mantra dell'ambientamento al calcio italiano con lui si è infranto sulle due buone prestazioni contro Inter e Roma, con cui si è guadagnato meritatamente la prima opportunità da titolare. Se effettivamente Ansaldi non tornerà prima di sei settimane, Aina potrebbe trovare una continuità che ci permetterà di avere le idee più chiare su quello che appare già oggi una grande intuizione di Petrachi.
"Alberto - Assolutamente sì. Ha una personalità fuori dal comune e lo ha mostrato sia nella gara contro la Roma sia a San Siro. Non ha paura di chiamare il pallone, con l’Inter si è anche concesso un dribbling in una zona calda del campo... Ha tutte le carte in regola per fare bene e quello di oggi sarebbe per lui un esame molto importante.
"Diego - La società, che qua e là (fisiologicamente) può avere sbagliato qualche giocatore, spesso ci ha saputo sorprendere con dei ragazzi che, giunti in granata da perfetti sconosciuti, hanno saputo imporsi alla ribalta. Forse nella sovrabbondanza di giocatori che il Chelsea ha a disposizione, il nigeriano - che pure in Youth League aveva saputo imporsi alla grande e che in Championship lo scorso anno ha dimostrato di essere di un'altra categoria - era passato un po' inosservato. Per ora, la scommessa granata sembra avere tutto il potenziale per essere vinta, sia dal punto di vista della personalità, sia da quello tecnico-atletico.
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