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"Nell'ultima gara di campionato, il Torino ha pareggiato con il risultato di 2-2 sul campo dell'Udinese. La squadra granata nella trasferta in Friuli ha disputato una discreta partita, giocando molto bene nel primo tempo per poi subire il ritorno degli avversari nella ripresa, che hanno rimontato lo svantaggio e sono addirittura riusciti a ribaltare il risultato grazie alle reti di Thereau e Zapata; a "levare le castagne dal fuoco" è stato poi Ljajic che con una prodezza ha evitato al Torino la seconda sconfitta consecutiva. Sta di fatto che, ancora una volta, il Torino non ha vinto in trasferta; l'unica vittoria arrivata lontano dalla mura amiche, quella di Palermo; i punti arrivati fuori casa, solo 5 dei 16 attuali. C'è da scommettere che Mihajlovic stia avendo il più classico dei "déjà vu": le trasferte e i gol presi su palla inattiva erano anche problemi del suo Milan della scorsa stagione.
"I CALCI PIAZZATI - Come ampiamente analizzato su queste colonne, il problema principale del Torino di oggi è rappresentato dalle gravi lacune difensive mostrate dalla squadra granata sugli sviluppi dei calci piazzati. Come era già successo contro la Lazio, quando Murgia ha realizzato il gol del vantaggio per i biancocelesti dopo essere stato lasciato libero di saltare in mezzo all'area dai difensori granata, contro l'Udinese è stato subita un'altra rete sugli sviluppi di un calcio d'angolo; infatti il gol del 2-1 della squadra friulana nasce dagli sviluppi di un calcio d'angolo, con Wague che è stato lasciato libero di saltare in area di rigore, dopodichè Zapata è stato perso a due passi dalla linea di porta dopo che il compagno aveva colpito il palo. Questo tipo di problema era consuetudine anche per il Milan di Mihajlovic; infatti nella scorsa stagione, finchè il serbo è rimasto sulla panchina del Milan (l'esonero, discutibilissimo, arrivò il 12 aprile), i rossoneri hanno subito 15 reti da palle inattive.
"LE TRASFERTE - La squadra granata in questa stagione sta ottenendo grandi risultati davanti al proprio pubblico, dove fino ad ora sta riuscendo a tenere il passo dei principali top club della Serie A. Il medesimo discorso non si può fare per le gare disputate lontane dal pubblico amico, dove la squadra si trasforma, non riuscendo ad essere cinica come accade al "Grande Torino". L'unica vittoria fuori casa è arrivata sul campo del Palermo, dove i granata hanno schiacciato i rosanero con il risultato di 1-4; per il resto non sono arrivati risultati particolarmente soddisfacenti: 2 pareggi e 3 sconfitte le sconfitte sono arrivate contro Milan, Atalanta e Inter dove il Torino ha giocato al di sotto delle aspettative e sono state partite colme di rimpianti. Un problema in comune con il Milan di Mihajlovic della scorsa stagione: su 16 partite in trasferta sulla panchina del Diavolo, Miha ne ha vinte 4, pareggiate 6 e perse 6.
Statistiche in comune, quelle tra il Milan dell'anno scorso e il Torino di quest'anno, che vanno prese con le molle, questo è certo. Oltre a questi dati, infatti, l'esperienza milanista di Mihajlovic ha davvero poco a che vedere con quella granata, per contesto, aspettative e risultati fin qui raggiunti. Il mal di trasferta e i problemi sulle palle inattive sono però, di fatto, un problema ricorrente nelle ultime squadre di Sinisa, e forse è semplicistico ricondurre questo dato al puro caso. Detto questo, Mihajlovic, che è uomo di calcio da quarant'anni, ha tutte le carte in regola per capire dove e come intervenire per far crescere questo Torino, che sta coltivando con passione e raziocinio. Per far sì che le ottime cose viste a sprazzi non restino solo un episodio.
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