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Dal nostro inviato a Trieste – Davanti al “Nereo Rocco”, uno stadio concepito esclusivamente per il calcio e dedicato alla memoria del “Paron”, il pensiero corre al vecchio Comunale, ora Olimpico,...
Dal nostro inviato a Trieste – Davanti al “Nereo Rocco”, uno stadio concepito esclusivamente per il calcio e dedicato alla memoria del “Paron”, il pensiero corre al vecchio Comunale, ora Olimpico, domani (si spera) Grande Torino. Difficile non fare un confronto, tra similitudini e differenze, a cominciare da quella più importante per i tifosi, la capienza: la Triestina può giocare davanti a 32 mila persone, tutte sistemate al coperto. I granata, invece, dalla prossima stagione avranno a disposizione al massimo 25 mila posti, considerando il settore ospiti e i "cordoni" di sicurezza. Nello stadio giuliano la curva "Furlan" degli ultras locali può contenere fino a 5561 tifosi, come quella opposta, la "Trevisan", di cui 2028 destinati agli ospiti.
Suggestiva al “Rocco” la combinazione cromatica sulle tribune, dominate dal biancorosso, con il parterre di fronte alla tribuna centrale in cui spicca il simbolo della società, in stile inglese. Viceversa, il nuovo Comunale è percorso da seggiolini di un colore anonimo, in stile “bipartisan”. Le similitudini riguardano i locali che fanno parte della struttura e la loro destinazione d'uso. Sotto la tribuna del “Rocco” si trovano gli uffici dell'Unione Sportiva Triestina, quelli provinciali e regionali del C.O.N.I. e di gran parte delle Federazioni sportive nazionali, il Centro di medicina dello sport. Lo stadio è gestito dal Comune di Trieste, proprio come succede a Torino, dove Palazzo Civico affitta l'impianto, in attesa che passi nelle mani della società granata di Urbano Cairo.
Il “Rocco” ospita anche due palestre regolamentari per il basket e la pallavolo oltre a una funzionale pista “indoor” di atletica leggera, che sono affidate al Comitato Provinciale del CONI. Curiosità: in ciascuno dei quattro settori (due tribune e due curve) c'è una targa bronzea che reca incisa una delle celebri poesie di Umberto Saba “per il gioco del calcio”, che ricordano come lo sport sia depositario di valori che troppo spesso vengono infangati. Oggi pomeriggio l'augurio è quello di vivere una giornata di passione calcistica ed emozioni, onorando la memoria del “Paron” e con un pensiero rivolto al 4 maggio e al Grande Torino, per il quale l'intitolazione di uno stadio è il minimo che la Città possa fare.
Paolo Aghemo
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