- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
toro
Alessandro Salvatico - Brescia-Torino é proprio una partita sulla quale aleggia una strana maledizione, Zio Cane. Se non c'é qualche dirigente con l'udito bionico e la lingua biforcuta, c'é il ghiaccio...
Alessandro Salvatico - Brescia-Torino é proprio una partita sulla quale aleggia una strana maledizione, Zio Cane. Se non c'é qualche dirigente con l'udito bionico e la lingua biforcuta, c'é il ghiaccio (che, chissà perché, colpisce il Rigamonti e non altri stadi dei paraggi, ma tant'é), fattostà che non si gioca nelle condizioni previste. Chi ci guadagna? Nessuno, probabilmente; le Rondinelle sono in un grande stato di forma, con i risultati ottenuti dopo l'arrivo di Calori che stanno alimentando sospetti e malignità in merito al comportamento di alcuni giocatori al tempo di Scienza. Ma anche la squadra di Ventura non é certo in un momento negativo, in quanto a gioco.Anzi, dice bene il tecnico quando parla di una squadra in crescita: basta guardare le prestazioni recenti del Toro. Le prestazioni, non i risultati (sterili), di questo inizio 2012: dall'esordio grigio contro l'AlbinoLeffe sotto gli occhi dell'ex allenatore dei bergamaschi (Fortunato) e del nuovo mister del Novara, alla prima soffertissima mezz'ora di Cittadella, per passare alla prova autoritaria sul campo di neve e patate di Varese e concludere con una gara piena di occasioni da rete al cospetto di un Vicenza che in trasferta di solito sa rendersi pericoloso. Le ultime due avversarie dei granata, in pratica, non hanno ancora permesso a Benussi di prodursi in una sola parata, ed é sentimento piuttosto comune tra i tifosi la fiducia nel fatto che, presto o tardi, l'attacco ricomincerà a centrare la porta. Meglio presto. E allora saran dolori per tutte le altre.Chi sa timbrare meglio il cartellino, da anni, al Toro é Rolando Bianchi. Eppure, in questa intensa settimana (e quale non lo é, da queste parti dove le emozioni non mancano mai?), lui era stato venduto. A Catania, allo stadio Massimino, avevano preparato le divise da gioco, per lui. Lo aspettavano. Lo Monaco gongolava, massaggiandosi il portafogli dolente. Invece, niente: la maglia rimane quella granata con il numero 9. E con la fascia di capitano (“dell'anima”) sopra. Al di là di ogni discussione in merito, discussione che certo ha lacerato l'ambiente e lo spogliatoio in questi giorni, Bianchi ha costruito le sue fortune in primis sulla propria professionalità, fin da quando é un ragazzino; pertanto, non risparmierà una goccia di sudore. Mettendo tutto da parte, come ora probabilmente tutti dovranno fare -dopo essersi detti con chiarezza come stanno le cose, senza tacersi nulla- per il bene del Toro.E a proposito di fascia al braccio: nelle ultime tre settimane, la più lunga panchina del titolare designato del ruolo, é stato Angelo Ogbonna ad indossarla. Ogbonna, che nel frattempo ha ratificato il proprio rinnovo contrattuale con la società -la quale ha tra i propri più grandi meriti quello di non averlo ceduto, resistendo ad offerte che facevano gola- ma che i tifosi non si sentono di chiamare, mutuando i colleghi romanisti con il loro De Rossi, “Capitan Futuro”. Perché, intimamente (o anche pubblicamente), dubitano che lo sforzo del club di cui sopra possa proseguire oltre giugno, sia esso 2012 o 2013; insomma, temono che il difensore della Nazionale non sarà il simbolo del Toro troppo a lungo. Ma anche in questo caso, come già per Bianchi, l'invito é lo stesso: mettere da parte questi pensieri. Tutti questi pensieri. E concentrarsi sui prossimi mesi, appena quattro mesi da vivere all'insegna dell'unità, e con un'intensità da Toro.
(foto M.Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA