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Un derby dai due volti

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
Quando una sconfitta ha per dimensioni un tre a zero , secco secco, si potrebbe immaginare che il vincitore abbia dominato in lungo e in largo. In parte la stracittadina tra Juventus e Torino si potrebbe collocare in  questo senso, ovvero in...

Quando una sconfitta ha per dimensioni un tre a zero , secco secco, si potrebbe immaginare che il vincitore abbia dominato in lungo e in largo. In parte la stracittadina tra Juventus e Torino si potrebbe collocare in  questo senso, ovvero in un dominio bianconero. Ma solo in parte! Infatti quello giocato allo Stadium di Venaria è stato un derby dai due volti e con due momenti ben distinti della partita: quello con Glik e quello senza il polacco. Una partita preparata nei minimi dettagli da mister Ventura con un Toro che per 30 minuti ha messo in serio imbarazzo la squadra allenata da Alessio. La mediana granata formata da Basha e Gazzi mordeva  il giusto in mezzo al campo e Darmian rendeva impotente sulla sinistra i tentativi di Giovinco, stesso leit motiv sulla destra dove Giaccherini trovava in D’Ambrosio un baluardo insuperabile. Santana e Cerci sembravano avere la corsa giusta sulle corsie esterne tant’è che il Toro con Meggiorini metteva paura a Buffon (nell’unica  vera azione da gol realizzata in tutta la partita) dopo uno scambio volante di Santana. Il Toro attaccava bene gli spazi e la Juve non si raccapezzava, poi il patatrac di Glik e la partita ha iniziato il countdown  verso un tracollo inevitabile.Difficile spiegare la durezza di Kamil Glik su Giaccherini. Il polacco non è andato intenzionalmente sulle gambe di Giaccherini, la sua entrata è stata dura e irruenta ma sul pallone, poi è inevitabile  che dietro c’era la gamba dell’esterno bianconero. E’ stato uno scontro duro, senza dubbio,ma forse non da rosso, semmai un giallo e una bella tirata di orecchie (e alla prossima ti sbatto fuori) sarebbe bastato. Il gioco del calcio è sempre stato ‘maschio’ ed è normale che in mezzo ad un pallone ci siano le gambe di due o più giocatori e qualche volta queste gambe nel rincorrere un pallone si possono urtare a volte duramente e altre meno. Piuttosto l’errore imperdonabile e la sconsideratezza del granata va ricercata nella sua posizione e dove ha compiuto il fallo. E’ inammissibile per un giocatore, per di più nazionale polacco, andare a far fallo nella metà campo avversaria su un pallone  tranquillo e lontano ‘kilometri’ dalla porta difesa da Gillet. Più che la durezza del fallo ( che più che cattivo è stato irruento visto che Giaccherini si è alzato e ha ripreso il gioco senza nemmeno zoppicare) Glik ha dato prova di poca intelligenza tattica. Il suo sganciarsi per arpionare una palla in una zona tranquilla non è da grande giocatore  e nemmeno da giocatore da nazionale. Forse il polacco ha sbagliato facendosi abbagliare da troppo agonismo. Vedere Glik giocare con carattere  piace a tutti , la sua grinta è contagiosa,  il fuoco che ha dentro è da derby ed è da Toro. Tutto questo va bene a patto che sia messo al posto giusto  e al momento giusto. Invece quello che ha fatto è tutto sbagliato!  Peccato, un vero peccato che ha messo KO il Toro.Con i se e con i ma non si va mai da nessuna parte, il Toro di trasferta a Venaria ha giocato due partite in una questa è la realtà. In undici contro undici i ragazzi granata erano apparsi determinati e con lo spirito giusto, senza paura, e questo è il lato positivo di questa sconfitta accomunato alla buona prestazione del duo Gazzi-Basha e al gatto Gillet incolpevole sui gol. Il lato negativo è legato soprattutto al fatto che il Toro non può mai permettersi il lusso di rimanere in dieci sul campo. Troppa inesperienza tra i granata: Darmian, D’Ambrosio, Basha, Sansone , Stevanovic, Di Cesare sono esordienti in serie A e Ogbonna e Glik e come se lo fossero! Questo Toro funziona se tutti gli ingranaggi girano alla perfezione, ma anche se solo una micro polvere si inserisce tra essi il meccanismo si inceppa. E’ un film già visto e vissuto contro il Parma. L’inesperienza in serie A, da squadra neopromossa com’è il Toro, si paga a caro prezzo in questi casi. Se poi mettiamo che chi dovrebbe trascinare la squadra per la sua esperienza non lo fa ecco che allora son dolori per tutti. Adesso non resta al Toro che leccarsi le ferite e senza perdere tempo preparare al meglio la sfida contro il Milan. La sconfitta del derby, mai digeribile per ogni tifoso, è fastidiosa perché farà rimanere sempre quel dubbio famoso del  ‘Se’: se si fosse giocato in undici contro undici come sarebbe finita? Magari con lo stesso risultato, magari, ed è probabile visto il primo tempo,  il Toro sarebbe uscito da Venaria con un risultato positivo. Ma come asserivo prima con i se e con i ma non si può andare da nessuna parte. Forse con qualche acquisto mirato a gennaio, magari, si potranno regalare soddisfazioni e sonni tranquilli ai tifosi che sono stati ancora una volta stoici nel non abbandonare la squadra e ad alzare a fine partita le sciarpe granata verso la squadra in senso di ringraziamento. Un gesto importante verso i giocatori . Un' azione abituale negli stadi anglosassoni e che in Italia solo la tifoseria granata ha maturato!   Gino Strippoli (foto Dreosti)