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Un Toro danneggiato, si… ma fragile

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Ricevere due rigori a favore nel corso del primo tempo in una partita in cui si è già nettamente superiori sulla carta rende sicuramente tutto più semplice. GLI AVVERSARI...
Roberto Maccario

Ricevere due rigori a favore nel corso del primo tempo in una partita in cui si è già nettamente superiori sulla carta rende sicuramente tutto più semplice.   GLI AVVERSARI - Il Napoli, grazie alla bravura dei suoi giocatori (vedi la velocità di Mertens e la freddezza di Higuain dal dischetto), all’ingenuità dei granata (stupido ed evitabile il fallo di Bellomo sul primo penalty) e all’arbitraggio (assurdo il secondo rigore per fallo di mano di Glik) è riuscito a mettere la gara da subito in discesa e, in seguito, a controllarla senza troppi affanni.   L'ARBITRO - Il Toro è stato ad ogni modo ancora una volta penalizzato dalle decisioni del direttore di gara, ma mai come questa volta tutto ciò non deve diventare un alibi. Gli uomini di Ventura, per ammissione dello stesso tecnico, sono entrati in campo molli e con una condizione fisica a dir poco preoccupante: sempre in ritardo sui contrasti, sempre in affanno sugli scambi veloci degli avanti azzurri e sempre in difficoltà sull’asfissiante pressing a tutto campo dei partenopei. I SINGOLI - Cerci e Barreto in avanti erano troppo isolati e anche i centrocampisti, le poche volte in cui riuscivano a liberarsi dalla pressione dei trequartisti avversari, erano troppo precipitosi nel gestire il pallone. Nella ripresa l’ingresso di Meggiorini ha leggermente rivitalizzato la squadra di Ventura, ma se non fosse stato per Padelli il passivo avrebbe potuto essere ancora più pesante e nessuno avrebbe avuto nulla da dire.   Come ha giustamente affermato qualcuno però dopo ogni maledetta domenica c’è sempre un mercoledì per riscattarsi. A Livorno il Torino sarà chiamato ad una grande prova, anche perché ci sono in ballo dei punti che potrebbero già rivelarsi pesanti.