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Un Toro rinunciatario regala la vittoria alla Juve

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Quando si rinuncia a giocare la fase offensiva e l’approccio in una partita è quello di impostare il proprio gioco sulla fase difensiva si rischia 99 volte su 100 di soccombere. Questo è quanto è successo ieri nel derby...
Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

Quando si rinuncia a giocare la fase offensiva e l’approccio in una partita è quello di impostare il proprio gioco sulla fase difensiva si rischia 99 volte su 100 di soccombere. Questo è quanto è successo ieri nel derby al Torino, una squadra rinunciataria già nel suo assetto tattico con Immobile a marcare Pogba e fare quindi il Meggiorini di turno, lontano dalla porta  e quindi dalla possibilità di infierire  contro Buffon. Cerci isolato al suo destino ha avuto qualche suo guizzo impensierendo la difesa avversaria  negli ultimi 20 minuti  quando il Toro si è schierato in un suo inusuale 3-4-3 con un tridente d’attacco formato da Immobile , Meggiorini e Cerci nel tentativo di arrivare al pareggio. Se nel primo tempo il Toro era riuscito in qualche modo a affacciarsi nell’area avversaria nei secondi 45 minuti è rimasto completamente schiacciato nella propria metà campo subendo più del dovuto gli attacchi di una Juventus apparsa tutt’altro che in forma smagliante.  I granata potevano davvero far di più se magari oltre all’impegno che hanno messo ci avessero aggiunto anche il cuore.  Da sempre per supplire alla differenza tecnica in un derby il Toro nel suo passato ha messo un valore aggiunto che è il cuore per andare oltre l’ostacolo, invece sono tanti anni che nei derby manca il cuore granata nei giocatori. L’impegno c’è ma manca il valore passionale che ha fatto sempre la differenza nella storia granata per quanto riguarda la stracittadina.   Il Toro per come si è presentato nel fare la partita, al di là del gol che era da annullare per netto fuorigioco di Tevez, ha meritato la sconfitta perché sostanzialmente non ha mai cercato la vittoria. Il portiere bianconero è uscito dall’Olimpico  senza fare la doccia e i suoi guantoni sono rimasti immacolati. Bravo  invece Padelli in due interventi importanti sui tiri di Giovinco e Vucinic. Se è vero che  una cosa  buona i granata l’hanno fatta  ovvero  la fase difensiva,  dando  alla fine poche occasioni vere agli avversari,  è altrettanto vero che la Juventus  a furia di spingere e chiudere il Toro  intorno alla propria area alla fine il gol lo ha trovato. Inoltre è innegabile che  il Cerci e l’Immobile visti  contro i bianconeri in quelle posizioni tattiche sono stati presto annullati dagli avversari.  Cerci è vero che è il capocannoniere del campionato ma i suoi gol sono quasi tutti nati partendo dalla fascia o su rigore. L’unico gol diciamo da centravanti vero e opportunista lo ha fatto contro il Verona .  Con le spalle alla porta e in posizione centrale l’attaccante granata ha pochi spazi per  sprintare e fare la differenza, mentre lo stesso Conte , dopo la partita ha ammesso che  la sua Juve si è trovata un po' in difficoltà quando  negli ultimi minuti Cerci è  stato dirottato sulla  fascia destra dove ha potuto esplodere il suo spunto devastante. . Due i tiri granata  al 24’ su punizione di Cerci e palla fuori  e di Glik da fuori area con sfera lontana dallo specchio della porta avversaria. Il Toro è tutto qui. Per la cronaca due i tiri bianconeri nel primo tempo con Tevez (12’) e Pogba ( 15’) parati tranquillamente a terra da Padelli mentre 6 i tiri nel secondo tempo al 46’ con Tevez che  spara ma alto oltre la traversa, al 50’ con Giovinco con bell’intervento dell’estremo difensore granata, con Bonucci che incorna  il pallone che sbatte sulla traversa ( da dove nascerà il gol), al ’72 ancora con Tevez che sfiora il palo  e all’83’ con Vucinic che esalta le qualità e i riflessi di Padelli.   In questa partita il rammarico è davvero doppio ed è legato al gol subito  in fuorigioco  e  alla fase offensiva  che il Toro non ha mai espresso per quasi tutta la partita.  Poi l’infortunio di Rodriguez e anche del suo sostituto Bovo, il rientro a sinistra di Masiello con  D'Ambrosio dirottato a destra e Darmian a  fare il centrale e il quesito:  ma Pasquale come mai è stato preferito ad un giocatore che era fermo da mesi per infortunio e non aveva certo il ritmo partita? Inoltre si conoscono bene le qualità offensive dell’ex udinese che ha più esperienza e qualità  dell’ex barese.  Sicuramente non sarebbe cambiato nulla  e forse se  fosse stato segnalato il fuorigioco di Tevez la partita sarebbe finita in pareggio a reti bianche  ma siamo sempre nel campo delle ipotesi.  Aspettare troppo le avanzate dei bianconeri e non aggredirli dal primo minuto , quindi giocarsela a viso aperto , è stato un errore marchiano. Perdere per perdere sarebbe stato meglio farlo col cuore in gola a battere per la maglia granata: questo è mancato!   Gino Strippoli  (foto M.Dreosti)