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Paolo Aghemo
Forse hanno ragione i tedeschi. Dopo settimane di insulti spacciati per satira, alla fine ci toccherà ammettere che sul carattere degli italiani hanno scritto la verità,...
Paolo Aghemo
Forse hanno ragione i tedeschi. Dopo settimane di insulti spacciati per satira, alla fine ci toccherà ammettere che sul carattere degli italiani hanno scritto la verità, nient'altro che la verità? Nell'ordine: approfittatori, furbastri, scaltri nell'evitare le responsabilità, abili a trasformare le colpe in accuse, esperti in trallucci e vino. Eppure il 2 a 0 di Dortmund sembrava aver chiuso i conti. Averli sbattuti fuori in modo impeccabile dal loro Mondiale, costringendoli a osservare davanti alla Tv gli odiati “italianer” giocarsi la Coppa tanto ambita è stato un capolavoro, al di là delle simpatie personali verso alcuni protagonisti dell'impresa, preparata grazie a una freddezza, quella sì, teutonica: nessuna polemica prima, zero sassolini tolti dalle scarpe dopo. Da applausi.Ma non ce l'abbiamo fatta a resistere. E' più forte noi. Si sentiva la mancanza di un'uscita pubblica in grado di rovinare tutto, di farci tornare nel nostro piccolo mondo, quando il mondo intero (calcistico) tra poche ore potrebbe essere nostro. A metterci lo zampino è la politica. Anzi, un politico di professione, “scaltro e furbo” direbbero i tedeschi. Il ministro della Giustizia, l'on. Clemente Mastella ha scelto la prestigiosa vetrina del Corriere della Sera, tanto per essere certo del vasto eco della sua tesi: "Se l'Italia battesse la Francia allora sarebbe giusto concedere l'amnistia per Calciopoli". Non pago, ha giustificato la proposta in questo modo: "Io credo che la maggior parte dei tifosi la chieda questa amnistia. E mi spiego, da tifoso: è giusto che Cannavaro e Del Pietro e tanti altri giochino in serie C dopo quello che hanno fatto? Oppure facciamo come in Gran Bretagna dove Churchill vinse la guerra e per ricompensa fu scaricato?".A parte le osservazioni sull'inopportuna similitudine tra un conflitto mondiale e una festa sportiva, condita dal paragone tra uno statista che ha fatto la storia e degli uomini che prendono a calci un pallone. A parte il dubbio che ci assale sull'impossibilità per Cannavaro e gli altri juventini di trovare un ingaggio, se non in squadre che militano in terza serie. Ma su quali basi il Guardasigilli si spinge a sostenere che “la maggior parte dei tifosi è favorevole all'amnistia”? Vogliamo fare un referendum? Tanto, boutade per boutade. A qualcuno piacerebbe fosse tutto uno scherzo. “E' un mondo border line” ha detto Giraudo al processo, come se vivere al confine della legalità (e oltrepassarlo) fosse una cosa normale. Non si tratta di garantisti contro giustizialisti, ma di rispetto delle regole. Se no vale tutto, se no è il far-west. C'è chi per anni ha falsificato lo sport più amato dagli italiani ed ora è chiamato a renderne conto: è in ballo la credibilità del calcio italiano. Legare a un possibile trionfo mondiale l'amnistia per Calciopoli significherebbe marchiare questa Nazionale per sempre, dandole la patente di un salvacondotto per i briganti del calcio nostrano e confermando i pregiudizi dei tedeschi. Un'offesa che gli Azzurri non meritano.
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