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Una squadra senza fine

Redazione Toro News

Questa settimana ci avvicina al 4 Maggio, data della più importante ricorrenza granata nonché di un impegno che può portare il Torino di oggi più vicino alla salvezza. Vorremmo, in questi giorni,...

"Il Milan è più continuo dei granata: battendoli nello scontro diretto, ecco che i punti di vantaggio dei rossoneri alla 24° giornata sono addirittura 4. Ma il Toro è capace di fiammate che lasciano a bocca aperta. E la preparazione atletica, nonostante gli infortuni che caratterizzano anche questa stagione 1947-’48, fa sì che la squadra allenata da Sperone riesca a tenere un ritmo che le altre non reggono. Solo al 27° turno i granata raggiungono il Milan, dopo un pareggio nel derby in cui riluce la stella bianconera del giovane Boniperti, ed al 30° sono finalmente in testa da soli. Le ultime 21 gare sono senza sconfitte, i punti di vantaggio diventano due, poi tre, poi cinque, le sei partite conclusive sono altrettante vittorie, e il distacco dalle seconde alla fine sarà di sedici…

"Nella breve (vista la lunghezza del campionato precedente) estate 1948, la società granata interviene sul mercato con diversi interventi, ma al solito senza investire troppo. Anzi, le casse sono tutto fuorché piene, e c’è necessità di introiti. Ossola non chiede più d’essere ceduto: Ferraris, infatti, a 36 anni va a chiudere la carriera a Novare, così il varesino sarà finalmente titolare indiscusso. Le richieste per i Campioni arrivano sul tavolo del segretario Giusti in continuazione; talmente tanto che viene redatto un comunicato di diniego standard, recapitato in successione praticamente ad ogni società. Novo però ad un certo punto prende atto che almeno una cessione dovrà ratificarla. La scelta cade su Martelli, per quanto a malincuore; ma i compagni pregano il Presidente di non cedere il fortissimo centrocampista tanto da far prendere tempo alla società, tempo durante il quale arriva dal Livorno un’offerta di 15 milioni per Tieghi: ecco la cessione, ecco il denaro.

"In quest’estate 1948, Novo è impegnato nel rinnovo dei contratti. Quasi tutti i giocatori hanno offerte migliori da altre società; ma tutti decidono di restare, pur guadagnando meno. Con Mazzola si deve discutere: l’offerta del Milan è molto, ma molto superiore a quella granata, e il giocatore è seccato di non poterne approfittare. Ma rimane anche lui. I compagni si dichiarano pronti a tagliarsi l’ingaggio pur di non perderlo. Quest’episodio, così come quello della scampata cessione di Martelli, danno un’idea dell’attaccamento al gruppo di questi ragazzi.

"Ci sono volti nuovi: il terzo portiere, Dino Ballarin, caldeggiato da Aldo; il promettente terzino Operto dal Casale; Fadini, talento puro e ambito da molti, trequartista che Mazzola dopo breve designa a suo erede; e i primi stranieri, Schubert, mezzala cecoslovacca, e due francesi, Grava (dal Roubaix) e Bongiorni (dal Racing Parigi), quest’ultimo già Nazionale transalpino e destinato a sostituire Gabetto, che però dimostrerà che il neo-acquisto dovrà avere pazienza, ancora almeno un anno prima di togliergli il posto.Alla guida tecnica, c’è quasi un ideale “cambio” tra Sperone, che torna ad occuparsi delle giovanili, e Lievesley, di nuovo in panchina con la prima squadra, il tutto nell’ambito di una società dove ogni membro dello staff tecnico era tanto preparato da potersi occupare di diversi settori con la medesima competenza ed abilità. Ma, più che mai, è Egri Erbstein, ufficialmente Direttore Tecnico, a tirare le fila della tattica.

"Otto vittorie nelle prime nove gare fanno pensare ad un Toro che come un razzo voli imprendibile, e stupiscono, poiché la squadra granata aveva abituato piuttosto a partenze ad handicap. Poi, complici gli infortuni del sempre più bravo ed eclettico Tomà, di Maroso, Castigliano, di Menti, gli uomini dell’inglese Lievesley calano un po’, complice anche la stanchezza accumulata nella tournée in Brasile subito prima dell’inizio del campionato (il Torino è richiestissimo all’estero), e finiscono il girone d’andata a pari punti con il Genoa. E’ chiaro però che è l’Inter l’avversaria più temibile; è altrettanto chiaro che il Torino, come sempre, alla distanza viene fuori quando le altre non ce la fanno più, grazie anche elle energie dei giovani neoacquisti. I granata portano avanti un girone di ritorno da imbattuti, arrivando al big-match di Milano, alla quintultima, con 4 punti di vantaggio, per quanto privi anche di Mazzola. Un pareggio sarebbe ipoteca sullo Scudetto; i padroni di casa ce la mettono tutta, ma Bacigalupo è insuperabile, e lo 0-0 vuol dire vittoria.

"La squadra di Novo sta effettuando un parziale ricambio generazionale, e non ne sta soffrendo, anzi, grazie all’attenzione con cui questo ricambio viene effettuato e gestito. Castigliano e Grezar permettono la presenza contemporanea in campo di Fadini e Schubert, e quand’anche il capitano dovesse lasciare, in campo la squadra sa cosa fare. Una squadra senza fine, destinata a perpetrare le sue vittorie. Così, con la tranquillità del risultato quasi raggiunto, il Presidente dà il suo beneplacito ad un’altra amichevole internazionale (oltre alla tournée brasiliana, ce n’era stata un’altra in Belgio, a Novembre) , a Lisbona, quella che sarà la partita d’addio al calcio giocato di Francisco Ferreira, capitano della Nazionale portoghese, che per l’occasione è riuscito ad ottenere la presenza della squadra più famosa del mondo.

"Non partono Tomà, infortunato, e Gandolfi, deluso secondo portiere: al suo posto Dino Ballarin, dietro insistenza del fratello Aldo presso lo stesso Novo. Fuori dalla società, mancano anche due illustri presenze, quali Vittorio Pozzo, che faceva l’inviato per La Stampa ma che in quel momento non era in buoni rapporti con il Presidente granata e venne sostituito da Cavallero, e Nicolò Carosio, che non andò a fare la radiocronaca poiché impegnato con la Cresima del figlio.