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Un’altra Castel di Sangro 14 anni dopo

Redazione Toro News

di Gianluca Sacchetto - Una serata da dimenticare interrompe in un colpo solo un inizio di stagione da record. Si ferma a cinque, infatti, la serie di successi consecutivi ottenuti in trasferta dai granata, così come a...

di Gianluca Sacchetto - Una serata da dimenticare interrompe in un colpo solo un inizio di stagione da record. Si ferma a cinque, infatti, la serie di successi consecutivi ottenuti in trasferta dai granata, così come a dieci i risultati utili di fila. Per la seconda volta, inoltre, Bianchi e compagni rimangono a secco in zona offensiva, prima di ieri sera era accaduto solamente all'Olimpico contro il Brescia. Nonostante la sconfitta il Toro resta, comunque, la miglior difesa del campionato, in virtù delle sole sei reti subite. A seguire il Sassuolo con sette ed il Livorno a quota otto.

Una sconfitta quella di ieri sera che ricorda molto da vicino una analoga subita quattordici anni fa, quando i granata allora allenati da Vieri vennero sconfitti da una matricola della serie B: il Castel Di Sangro. Anche nel 2000/2001 il Toro fu battuto da una squadra al debutto nella categoria cadetta, il Cittadella. Alla guida del Toro Giancarlo Camolese, curiosamente al debutto dopo l'esonero di Gigi Simoni. Il match di ieri sera ha fatto vedere ancora un prolungato possesso palla da parte della squadra di Ventura ed un numero di tiri superiore a quelli tentati dal Gubbio (16 a 14) ma appena quattro di essi indirizzati nello specchio della porta, contro i sei umbri. Nonostante lo sconfitta il Toro ha fatto meglio degli avversari per ciò che concerne supremazia territoriale e pericolosità, mentre gli undici Simoni hanno prevalso nella protezione dell'area di rigore.

Guardando, infine, alle statistiche individuali, tre giocatori granata comandano nelle rispettive graduatorie. Parisi è il recordman nei palloni recuperati (25), davanti a Bazzoffia e Iori. Nei passaggi riusciti comanda, invece, Glik mentre in vetta alle conclusioni tentate c'è Bianchi, a quota sette.

(foto: M. Dreosti)