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Vanja stecca con Lazio e Roma, Juric: “Ha un calo, ma la strada è giusta”

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Il tecnico riconosce gli errori ma riconosce la crescita del portiere: "Ora ragiona in modo diverso rispetto a prima"
Alberto Giulini Vicedirettore 

Nel momento più delicato della stagione, in due scontri diretti che avrebbero potuto portare ad un balzo importante verso l'Europa, Vanja Milikovic-Savic ha fatto un netto passo indietro rispetto agli ultimi mesi. Il portiere granata ha steccato contro Lazio e Roma: pur senza commettere errori grossolani, è stato tutt'altro che irreprensibile in occasione delle reti subite da Guendouzi (conclusione ravvicinata ma debole e non particolarmente angolata) e Dybala (conclusione dalla grande distanza e da posizione defilata).

Il calo dopo la crescita: "Sembrava ad un livello superiore"

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Errori riconosciuti anche da Juric, che ha voluto comunque ribadire la fiducia nel suo portiere. "Togliendo le ultime due partite, negli ultimi tre mesi Vanja mi aveva dato la sensazione di essere arrivato ad un livello superiore", ha spiegato il tecnico nel presentare la sfida contro la Fiorentina. "Penso alla partita contro l'Atalanta in cui è stato decisivo su De Ketelaere sull'1-0 o al gioco con i piedi in cui ha dimostrato di avere una buona visione. In questo momento invece sta vivendo un calo, ma la nostra squadra ha bisogno che combaci tutto nel modo giusto altrimenti ci manca sempre un pezzo. E per una squadra media come la nostra il contributo del portiere è determinante".

L'atteggiamento giusto: "Lavora come un pazzo"

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Milikovic-Savic è dunque crollato nel momento più importante della stagione, facendo un passo indietro rispetto alle prestazioni incoraggianti degli ultimi mesi. Ma Juric ha comunque voluto sottolineare il giusto atteggiamento del serbo e, a detta del tecnico, l'assenza di un secondo portiere affidabile che possa metterne in discussione la titolarità non ha portato ad un calo di tensione in allenamento. "Io sono convinto che abbia preso la strada giusta - spiega -, ragiona in modo diverso rispetto a prima. E non credo che il secondo sia un problema, vedo in lui l'atteggiamento giusto: non ha bisogno di stimoli esterni per lavorare come un pazzo".

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