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Vanja Milinkovic-Savic, Torino-Lecce
Cinque anni dopo l'approdo a Torino, Vanja Milinkovic-Savic si prepara a celebrare il raggiungimento delle 50 presenze con la maglia granata. La 49esima, ottenuta in Napoli-Torino, non è stata memorabile, con il portiere serbo finito tra gli imputati per le sue responsabilità in occasione del secondo e in parte del terzo gol dei partenopei. Ora è già tempo di voltare pagina per Vanja, che dovrà cercare di riscattarsi con l'Empoli per far sì che la 50esima presenza sia senza macchie.
Vanja arrivò a Torino all'età di 19 anni. Venne prelevato dal Lechia Danzica a gennaio 2017, ma fu aggregato alla squadra di Sinisa Mihajlovic a partire dalla stagione successiva (già da aprile si trasferì per un ambientamento più agevole). Il suo nome circolava già a livello internazionale, lo aveva puntato per primo il Manchester United, costretto a cederlo ai polacchi a causa di intoppi burocratici. Poi si era messo in mostra con le Nazionali giovanili della Serbia, vincendo il bronzo agli Europei Under 19 e l'oro ai Mondiali Under 20. Furono quelle competizioni a convincere l'allora ds Gianluca Petrachi, che lo seguiva da tempo e scelse di portarlo a Torino. Si trattava di un acquisto in prospettiva, vista la giovane età del portiere che, dunque, inizia con tanta panchina come riserva di Sirigu. L'esordio arriva in Coppa Italia, a novembre 2017 nella sfida contro il Carpi, vinta 2-0. Vanja sfiora una prima perfetta, dimostrando personalità, non subendo gol e rischiando addirittura di farne uno al 97', quando si incarica di un calcio di punizione a 25 metri di distanza dalla porta e fa tremare la traversa. Poi torna in campo sempre in Coppa contro la Roma, lì è provvidenziale e para un rigore a Dzeko, e contro la Juventus, gara che segna l'eliminazione dei granata dalla competizione.
Per la prima in Serie A bisogna aspettare fino a maggio 2018, cinque mesi e mezzo dopo. Il battesimo arriva a Marassi, nella gara contro il Genoa, l'ultima del campionato per il Torino. Qualche insicurezza si vede in questo caso, ma Vanja porta a casa comunque una prova sufficiente, in cui i granata vincono per 2-1. Lo spazio, tuttavia, resta poco per lui e qui si apre una girandola di prestiti (Spal, Ascoli e Standard Liegi) pensati per consentirgli di acquisire esperienza. Dopo il Belgio, rientra a Torino, quando Marco Giampaolo lo sceglie nel 2020 come vice di Sirigu. Lo spazio è sempre risicato, ma in qualche occasione Vanja si mette in mostra, come nel caso degli ottavi di Coppa contro il Milan in cui fa bene tra i pali e timbra un rigore nella lotteria finale. Disputa in quella stagione otto partite, poi arriva il rinnovo e una nuova fase di carriera con l'arrivo di Juric nella scorsa stagione. Per il tecnico croato, Vanja è una risorsa per fare partire l'azione del basso e ne apprezza i riflessi. Anche per questo il serbo viene promosso, a quattro anni dal suo arrivo al Toro, come titolare, con tanto di contratto rinnovato sino al 2024.
Ma non tutto è rose e fiori, perché pesano sull'ago della bilancia anche tanti errori, in uscita e in occasioni di parate anche semplici, che alla lunga lo portano a perdere il posto da titolare in favore di Berisha. In estate il Torino valuta cosa fare a lungo, ma alla fine, Juric concede a Vanja nuovamente fiducia, e il dt Vagnati spiega come sia stato criticato eccessivamente dopo le difficoltà della passata stagione, dovuta secondo lui al "noviziato" come titolare. In questa stagione l'avvio di Milinkovic-Savic è stato tutto sommato positivo, con Vanja autore di un avvio promettente tra inizio campionato e Nazionale, di cui è diventato titolare. Ma poi è mancata la continuità, vedendo la prestazione contro il Napoli in cui anche lui è finito sul banco degli imputati. Dal serbo ci si aspetta dunque l'affidabilità sul lungo periodo, ora che non è più agli inizi. La 50esima presenza con la maglia del Torino può essere per Vanja l'occasione di dimostrare di essere maturato e migliorato.
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