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Vanoli attinge poco dalla panchina: con il Monza la rosa si conferma risicata

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Il confronto tra Paolo Vanoli e Alessandro Nesta dopo l’1 a 1 maturato allo stadio “Olimpico-Grande Torino” tra granata e Monza
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Il pomeriggio dello stadio “Olimpico-Grande Torino” non allontana le difficoltà dei granata. È maturato un pareggio deludente perché l’unico risultato che era contemplabile alla vigilia era la vittoria. Il primo tempo è stato alquanto negativo: il Toro è apparso spaesato e timoroso, la difesa ha dimostrato tutti i propri limiti ballando costantemente, come altre volte è accaduto nel recente passato. In più i granata sono apparsi particolarmente sterili in attacco. In altre parole, il primo tempo contro il Monza è stato abbastanza in linea con quelli visti e purtroppo commentati contro Roma, Fiorentina e Juventus. La ripresa è stata leggermente più frizzante, soprattutto dopo il botta e risposta tra Masina e Djuric. Probabilmente la nota più lieta del pomeriggio è stato il passaggio al 3-4-3 con l’uscita di un Vlasic avulso e con l’ingresso di Njie. La squadra ha finalmente dato qualche segnale di vita, sebbene la vittoria non sia arrivata.

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Solo due cambi a testa: poca panchina per Vanoli e Nesta

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Un tema del pomeriggio riguarda il numero di giocatori impiegati da Paolo Vanoli contro il Monza di Alessandro Nesta. Il Torino ha fatto giocare appena tredici giocatori, gli undici dell’inizio e due sostituti. Ciò significa che la rosa granata è davvero esigua in questo momento, il che rende complessa la prosecuzione della stagione. Vanoli ha aspettato il 26’ della ripresa per effettuare gli unici suoi cambi. Ha inserito Vojvoda e come detto Njie, rispettivamente per Lazaro e Vlasic. Va aggiunto per dovere di cronaca che anche il Monza ha compiuto appena due cambi, quelli di Vignato per Maldini a metà ripresa e di Caprari per Mota in chiusura di match. Tra i quattro ingressi, due per parte, il più incisivo è stato Njie che ha permesso al Torino di attaccare con il tridente e ha dato un po’ di imprevedibilità, segno che i tempi sono davvero maturi per un tentativo di cambio di modulo.

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Il passaggio alle tre punte: Njie per forzare la partita

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Rispetto al tridente visto nel finale di partita, composto da Adams, Sanabria e Njie, Vanoli ha spiegato: “Volevo forzare di più la partita e Njie è un giocatore importante nell’uno contro uno, ci ha dato una grossa mano”. E sul rendimento di Adams e Sanabria ha aggiunto: “Anche loro sono usciti di più nel secondo tempo. Tonny penso abbia accusato il viaggio con la nazionale ma ha fatto una buona prestazione. Adams alla distanza è venuto fuori, non dimentichiamoci che rientrava da un infortunio”. Tutti ne hanno giovato al passaggio al 3-4-3. Si è visto il miglior Toro degli ultimi 40 giorni, un Toro che avrebbe meritato il nuovo vantaggio sul Monza.

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