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Vanoli, modulo nuovo e crisi addio: ecco come il 4-2-3-1 ha cambiato il Toro

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Dal 3-5-2 al 4-2-3-1: ecco com'è cambiato il Torino dopo il cambio di modulo deciso da mister Vanoli per uscire dalla crisi
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Il 4-2-3-1 ha cambiato il Torino. Paolo Vanoli con la sua mossa ha aperto una breccia nella stagione del Torino. Il passaggio alla difesa a quattro era risultato fin troppo evidente dopo il tracollo granata in autunno. Dalla perdita per infortunio di Duvan Zapata in avanti tutti si erano accorti che il 3-5-2 non poteva più essere il modulo del Torino. Il cambiamento tattico ha richiesto un po' di tempo perché non tutte le cose possono avvenire in modo immediato. Vanoli ha dovuto aspettare i miglioramenti fisici di Maripan, una volta ricevute certezze dall'esperto centrale difensivo ha potuto trasformare la retroguardia a tre in una retroguardia a quattro. Quello che sta venendo fuori è sotto gli occhi di tutti: il Torino è più quadrato, gioca meglio in fase di non possesso e venerdì sera contro il Cagliari è riuscito a essere anche molto propositivo in attacco sfornando ben 18 conclusioni (non ne aveva mai prodotte così tante da inizio campionato).

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Ognuno nella zona in cui può rendere di più: così il modulo valorizza il Torino

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Tutti i giocatori in seno all'attuale rosa granata appaiono al posto giusto nel momento giusto grazie al nuovo modulo. Maripan e Coco stanno aumentando la loro intesa e si trovano molto più a loro agio piuttosto che con la difesa a tre. Ricci sta esplodendo nella mediana a due. L'affiancamento di uno tra Tameze, Gineitis e Linetty lo favorisce. Il nazionale azzurro ha elevato notevolmente le proprie prestazioni ed è stato uno dei segreti dell'ultimo periodo granata. Al loro posto con il 4-2-3-1 finiscono anche Karamoh e Vlasic. Entrambi sono stati tra i migliori contro il Cagliari. La trequarti è la zona in cui possono intendersi meglio. Anche Adams sembra aver beneficiato del cambio di modulo adottato da Vanoli. Lo scozzese unica punta regge bene l'urto. Dunque, il 4-2-3-1 non può essere considerato la panacea di tutti i mali, però è certamente una buona base di lavoro per abbandonare definitivamente i bassifondi della graduatoria. Inoltre, il passaggio dal 3-5-2 al 4-2-3-1 conferma quanto detto da Vanoli fin dalla sua presentazione a Vinovo: nessun integralismo tattico, bisogna sapersi adattare. Vanoli lo sta facendo con il Torino, proprio come l'aveva fatto a Venezia (in quel caso la transizione fu all'inverso, dalla difesa a quattro passò a quella a tre).

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