Contro il Venezia si erano intraviste delle possibili difficoltà del Torino con squadre che puntano alla salvezza in Serie A, contro il Lecce si sono ripetute quelle stesse problematiche e così ne è venuto fuori il primo mezzo passo falso della stagione e dell'era Paolo Vanoli. I granata sono stati meno belli delle prime due giornate e hanno creato molto meno, anzi hanno concesso in ripartenza a un Lecce accorto che è venuto a Torino con un piano partita ben chiaro: primo non prendere gol, poi cercare di ripartire. Alla fine, il Lecce di Luca Gotti (tatticamente uno degli allenatori più preparati tra i venti della Serie A) è uscito molto bene dalla sfida piemontese e ha anche sfiorato lo scalpo negli ultimi minuti (bravo Milinkovic-Savic a evitare la beffa). Il Torino è stato poca roba in fase di costruzione e l'apporto degli esterni è stato pressoché nullo (il discorso vale indistintamente i titolare e i subentrati). Vanoli ha dovuto gestire i diversi giocatori impegnati in Nazionale negli scorsi giorni e ha centellinato Borna Sosa.
Il tema
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Il Toro ha chiuso senza una vera prima punta: Vanoli ha sparigliato le carte
Complici le difficoltà, Vanoli ha provato a sparigliare le carte con alcune mosse a sorpresa, però nemmeno le frecce della panchina hanno dato quell'apporto necessario per fare male al Lecce. L'azzardo principale di Vanoli è stato quello di chiudere una partita in casa contro una squadra che deve salvarsi senza una prima punta di ruolo. Ha infatti tolto alla mezz'ora del secondo tempo Zapata e ha inserito Karamoh per cercare soluzioni alternative contro una difesa ben disposta. In realtà, nessuna delle mosse in corso ha davvero messo in crisi il Lecce, nemmeno l'inserimento a inizio ripresa di Sosa per Pedersen. Il Torino ha dovuto fare a meno di un cambio a causa dell'infortunio di Vojvoda (uscito al 20' per Walukiewicz). Nella ripresa si è rivisto Gineitis ed è stato gettato nella mischia anche Tameze per Linetty. L'undici iniziale ha visto Lazaro sulla corsia di destra con Pedersen sulla sinistra. Linetty a guardia di Ilic e Ricci, Adams a supporto di Zapata. In altre parole, l'undici iniziale ha po' rispecchiato le attuali gerarchie con l'eccezione di Sosa. Anche dietro è stato utilizzato il terzetto che fin da Pinzolo lavora assieme: Vojvoda, Coco e Masina.
Poca profondità: ecco in cosa deve migliorare il Torino
Le variazioni sul tema non sono mancate in casa Toro, però è sempre mancata la geometria giusta per sfondare. Vanoli ha evidenziato tale passaggio durante la conferenza stampa di fine match: "Oggi abbiamo subito tante ripartenze, abbiamo commesso tanti errori tecnici e poche volte abbiamo servito bene le nostre punte". Gli aspetti da migliorare sono pertanto molteplici e Vanoli è il primo a conoscenza del potenziale ancora inespresso dei suoi. Certamente il Torino di Vanoli, specie nelle sue punte, deve imparare a dettare di più la profondità, roba che si è visto di rado contro il Lecce. Guardando il bicchiere mezzo pieno, si può dire che contro le due "piccole" fin affrontate il Torino ha tenuto la porta inviolata e sono due consecutive le gare senza reti incassate (una buona fetta del merito va a Vanja Milinkovic-Savic).
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