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Verso Fiorentina-Torino, Vanoli unisce, Palladino divide: quando lo spogliatoio fa i risultati

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Il confronto fra l'allenatore granata e quello viola: il primo è diventato leader dello spogliatoio, l'altro sembra averlo perso.
Simone Napoli

Nel lunch match di domenica 19 gennaio, il Torino sarà ospite della Fiorentina. Il Toro dovrà e vorrà vendicare il KO bruciante dell'andata targato Kean e i presupposti fanno ben sperare Vanoli: nonostante l'immobilismo sul mercato, la squadra sta dando risposte importanti sul campo e si sta risollevando sopperendo alle difficoltà tecniche degli elementi, grazie alla mentalità e allo spirito di unione che il tecnico sta infondendo ai suoi ragazzi. La squadra di Palladino invece sta attraversando il momento opposto: nelle ultime 5 partite solo un punto conquistato e si rincorrono le voci di una possibile rottura con parte dello spogliatoio, motivo principale per cui i risultati non starebbero arrivando.

Vanoli-Palladino, i numeri non contano quando ci sono i principi di gioco

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In questa prima metà di stagione appena conclusa, Torino e Fiorentina hanno dimostrato - forse di più di tutte le altre squadre - di non essere vincolate a quei numeri, a quegli schemi tattici che si credevano imprescindibili: se Vanoli ci ha impiegato un po' di più ad abbandonare la difesa a 3, Palladino invece è stato il primo a raccogliere i risultati di questo passaggio dalla difesa a 3 a quella a 4. Il tecnico ex Monza, allievo dichiarato di Gasperini, ha fin dal principio impostato il suo gioco col 3-4-2-1, ma una volta notato che questo modulo non stava portando i risultati sperati, l'ha cambiato impostando un 4-2-3-1 atipico che andava più incontro alle caratteristiche dei suoi giocatori e da allora sono arrivate 8 vittorie su 9 risultati utili consecutivi in campionato. Per Vanoli invece questo percorso è stato più lento e difficile: sicuramente i limiti numerici e tecnici della rosa hanno limitato il passaggio alla difesa a 4, nonostante il 4-2-3-1 desse delle importanti risposte dal punto di vista del gioco e dell'atteggiamento più propositivo: non è un caso forse, se quando il Torino ha cambiato modulo è arrivata anche la crescita che ci si aspettava dopo la lunga crisi di ottobre e novembre.

Due leader dal carattere diverso: Vanoli unisce, Palladino divide

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Sin dal suo primo giorno in granata Paolo Vanoli ha detto una cosa: "Sono qui per unire". Lo disse in riferimento alla crepa che si stava creando sempre di più fra società e tifoseria, e lo ripete tutt'oggi per fortificare quel senso di appartenenza con la maglia granata che anche la squadra deve avere. Vanoli si è fin da subito issato a vero e proprio leader carismatico dello spogliatoio e con le sue sessioni "motivazionali" è entrato nella testa dei sui giocatori riuscendo a risvegliare quel moto d'orgoglio che nelle ultime settimane il Toro sta provando a dimostrare sul campo. Lo spogliatoio e l'ambiente sono con lui, lo dimostra l'abbraccio con Vlasic e la squadra dopo il gol alla Juventus e lo dimostra la cattiveria e la fame con cui i giocatori si sono battuti in campo nel derby della Mole. Dall'altra parte invece, si rincorrono le voci di un possibile allontanamento di Palladino dalla panchina della Fiorentina: nonostante la buona posizione di classifica, raggiunta grazie al fieno messo in cascina nella primissima parte di stagione, gli ultimi deludenti risultati stanno facendo storcere il naso alla dirigenza - si parla di un contatto anche con Tudor. Inoltre l'addio di Martinez Quarta, uno dei pilastri della squadra, la rottura con Biraghi, storico capitano e leader dello spogliatoio, e le frizioni coi senatori della Viola, potrebbero aver minato la capacità di leadership e di unione di Raffaele Palladino che infatti nelle ultime 6 partite di campionato ha conquistato solo 4 punti su 18 a disposizione. Anche Pradè ha alimentato le tensioni e la società, nonostante il sostegno, non è contenta del rendimento di alcuni acquisti voluti dal tecnico, in primis Colpani e Gudmundsson. Insomma, due allenatori simili che hanno accantonato le loro idee tattiche per il bene della squadra, ma due caratteri diversi che stanno avendo risposte, in campo e fuori, ben diverse.

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