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A Palermo si è visto un Toro bellissimo per i primi venti minuti, con i rosanero in grave difficoltà difronte alle giocate di Rosina, tornato a brillare nella posizione che predilige. Zaccheroni era riuscito a...
"A Palermo si è visto un Toro bellissimo per i primi venti minuti, con i rosanero in grave difficoltà difronte alle giocate di Rosina, tornato a brillare nella posizione che predilige. Zaccheroni era riuscito a mettere in campo una squadra compatta, in grado di ripartire, ma anche di far girare la palla e verticalizzare quando era il momento giusto. D'altronde i siciliani denunciano le uniche lacune proprio in fase difensiva. Fontana è stato decisivo deviando sul palo un sinistro maligno dell'azzurrino. Ha ragione il tecnico romagnolo quando dice che la squadra si è complicata la vita da sola. Il gol di Corini è frutto di una serie di errori, inaugurata da Di Loreto, impreziosita dal rinvio di Pancaro su un avversario, conclusa da Comotto, che però è il meno colpevole, trovandosi spiazzato con mezzo attacco da guardare. Toro sotto immeritatamente, d'accordo. Ma restava ancora più di mezza partita da giocare ed era lecito attendersi una reazione, se non sulla falsariga dei primi minuti garibaldini, almeno dal punto di vista del pressing, della volontà di rimonta. Invece, nel secondo tempo la squadra è sparita (a parte Brevi e Rosina). Si è adeguata al ritmo imposto dal Palermo, che ha addormentato la contesa, colpendo a folate, con i suoi attaccanti di qualità: Di Michele e Amauri. Fontana si è nuovamente sporcato i guanti sul 3 a 0, ripetendo il tuffo del primo tempo su Rosina, questa volta toccando la punizione del fantasista sulla traversa. Ora, se non vogliamo fare come gli struzzi dobbiamo cercare di guardare in faccia la realtà. L'altra opzione è continuare a suonare la musica dei 'progressi continui', che ricorda tanto l'orchestra che si esibisce sul Titanic. Tra gli attacchi strumentali e le assoluzioni a priori c'è una via di mezzo: quella dell'onestà intellettuale. Ovvero, esprimere i propri punti di vista cercando di fornire un contributo al miglioramento della situazione. Il Toro a Palermo è mancato soprattutto nell'aspetto caratteriale. Non è la prima volta che succede quest'anno. I primi responsabili sono coloro che vanno in campo. Ma in egual misura è responsabile chi li guida. Personalmente sono convinto che la squadra rispecchi il carattere dell'allenatore. Zaccheroni dice: 'I ragazzi mi seguono, stiamo crescendo'. Mi pare che la realtà del secondo tempo dica un'altra cosa: giocatori smarriti, gioco inesistente, avversari liberi di manovrare senza opposizione. Ancora una volta, il tecnico romagnolo, davanti all'impotenza della squadra, non ha cambiato nulla, perdendo minuti preziosi. Stessi uomini, stesso modulo. Fino all'ingresso di Balestri (subito protagonista sfortunato, peraltro), a metà ripresa e a quello ormai inutile di Abbruscato, senza fare cenno alla sostituzione di De Ascentis con Gallo, della quale francamente non capiamo le ragioni a cinque minuti dal termine e sul 3 a 0. Al Toro non si poteva certamente chiedere di andare a vincere a Palermo. Ma di perdere lottando sino all'ultimo secondo, questo sì. La società e i tifosi lo pretendono. Zaccheroni lo urli dentro lo spogliatoio. Prima che sia troppo tardi, per il Toro e per lui.
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