L’ex Torino Paolo Zanetti ha studiato alla grande la partita del “Penzo” e ha strappato meritatamente un punto alla squadra di Ivan Juric. La partita è stata vibrante e aperta sino all’ultimo secondo (parata di Milinkovic-Savic e ripartenza a campo aperto di Mandragora). Il Venezia ha dimostrato di poter giocarsi le sue carte per rimanere in Serie A: ha i mezzi per almeno partecipare all’arcigna battaglia per il mantenimento della categoria. Dal canto proprio, il popolo granata si era fatto la bocca buona dopo le vittorie con Salernitana e Sassuolo e il pareggio beffardo con la Lazio. Zanetti però è stato attento a inibire i giocatori più pericolosi del Torino (Ansaldi e Brekalo, gol a parte) e i suoi giocatori sono stati bravi ad applicare le sue direttive confrontandosi senza paura col Torino sul piano dell'aggressività e dell'intensità. In avanti, poi, due giocatori veloci come Johnson e Okereke hanno saputo dare fastidio ai difensori granata muovendosi molto per togliere punti di riferimento.
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Zanetti ferma con merito Juric: per Ivan un cambio tardivo e poco turn-over
Il confronto tra i due tecnici dopo l’1 a 1 del “Penzo” tra Venezia e Torino
TURNAZIONI - Non avere a disposizione un’alternativa a Sanabria alla lunga si sta facendo sentire, soprattutto negli ultimi dieci giorni contraddistinti da ben tre match. Lo stesso dicasi per la trequarti. Hanno pesato e non poco le defezioni di Praet e Pjaca, giocatori in grado dalla panchina di regalare brio e vivacità nel corso della ripresa. L’unica prima scelta che Juric ha risparmiato, almeno dal 1’, è stato Mandragora che è subentrato nel finale, non capitalizzando al 95’ l’occasione per l’1 a 2 dopo 70 metri in campo aperto. Ma probabilmente era lecito attendersi una maggiore turnazione in difesa, dove, Izzo a parte, non mancavano le alternative. Al triplice fischio Juric è stato chiaro: Zima e Buongiorno devono ancora crescere, quindi questo “non è un momento in cui si possono fare tanti cambi”. A supporto di questa tesi il tecnico croato ha aggiunto che il terzetto composto da Djidji, Bremer e Rodriguez si sta ben comportando e anche sul francese ha speso parole importanti, nonostante il secondo rigore consecutivo causato. E se è vero che Izzo ha dato nuovamente forfait per il mal di schiena, sicuramente il nuovo errore di Djidji aumenta il partito degli osservatori che avrebbero preferito vedere Zima in campo.
SOSTITUZIONI - Djidji inoltre era in difficoltà da inizio gara e Juric avrebbe potuto sostituirlo prima (ad esempio, subito dopo il primo giallo): Zima si è riscaldato a lungo e sarebbe potuto entrare prima rispetto al 79’ dopo l’espulsione di Djidji e il gol di Aramu dal dischetto. Anche Juric ha ammesso che ha commesso un errore nel non provvedere alla sostituzione, esponendo Djidji al brutto intervento che gli è costatato il secondo giallo e il penalty. L'assunzione di responsabilità è apprezzabile per una gestione non perfetta della panchina in condizioni comunque non facili viste le tante defezioni che non hanno permesso al Torino di far ruotare troppi uomini. Gli infortuni, dunque, hanno privato i granata di quella rosa lunga che ha letteralmente fatto la differenza nelle ultime settimane e hanno condizionato un match nel quale, merito anche del Venezia, il Torino è stato meno spumeggiante rispetto al recente passato.
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