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Zanetti, scacco matto a Juric che si affida a quattro cambi in una volta
Scacco matto del più giovane Paolo Zanetti sul più esperto Ivan Juric. Il lagunare non sbaglia un colpo sotto la Mole e si dimostra tecnico preparato e in grado di leggere una partita. L’ex centrocampista del Torino ha saputo far adattare la sua squadra alle dinamiche della gara e ha sconfitto il collega croato sul piano delle mosse tattiche ancora prima che su quello del risultato (determinato anche da una svista arbitrale). Le assenze in casa Torino si sono fatte sentire (su tutte Lukic in mediana e Praet sulla trequarti), ma non bastano a giustificare il calo dei granata nell'arco della partita. Il Torino ha commesso l’errore di andare sotto ritmo dopo un’ottima partenza e ha patito le correzioni tattiche di Zanetti. Nello stesso tempo Juric non ha fatto affidamento sui nuovi arrivi: difficilmente Ricci in cabina di regia, a partita in corso, avrebbe fatto peggio di Linetty. Ma il tecnico non lo ritiene ancora dentro ai suoi meccanismi.
CAPOLAVORO - Nel primo tempo ci sono state due partite in una. Una prima mezz’ora alquanto convincente del Torino, una squadra in grado di comandare le operazioni, sebbene non siano stati creati molti pericoli oltre al gol di Brekalo. Come accade con grande costanza nei match interni, il Torino ha avuto un approccio alla partita da rimarcare. Nell’ultimo quarto d’ora, però, il Venezia ha tirato fuori la testa dal guscio, grazie soprattutto ai cambiamenti tattici di Zanetti. Il tecnico dei lagunari ha trasformato il 4-3-3 in un 3-4-3, puntando sulla spinta a destra di Crnigoj e a sinistra di Haps. Non a caso il gol dell’1 a 1 è nato dall’asse Crnigoj-Haps. Questa scelta ha confermato la grande sagacia tattica dell’ex mediano granata e ha evidenziato anche il suo coraggio, poiché già nel corso del primo tempo ha proposto un assetto più offensivo. Nemmeno nel quarto d’ora negli spogliatoi Juric ha trovato una soluzione alla mossa del collega e i granata, confusi e disattenti, si sono fatti infilare dal raddoppio di Crnigoj.
CONFUSIONE - Zanetti si è dimostrato lucido anche nella scelta del primo cambio: fuori l’ammonito Busio al 55’ e dentro Tessmann. La reazione di Juric, invece, è stata posticipata fino al 70’, quando ha deciso di rivoluzionare come non mai la squadra, piazzando sul tavolo un poker di cambi. Escluso il passaggio alle due punte (Belotti dentro per Sanabria, perché i due, come ribadito da Juric “non possono assolutamente giocare insieme, essendo due prime punte”), il croato ha scelto un braccetto più mobile come Zima, un cambio di fascia per Vojvoda con la qualità di Ansaldi in campo a sinistra (in luogo di un Singo spento, assist a parte) e un po’ di freschezza sulla trequarti con Warming al posto di Pjaca. Quattro sostituzioni, ma probabilmente non quella più attesa, ovvero l’uscita del polacco Linetty, in difficoltà sulla mediana. L’integralismo tattico di Juric è venuto meno soltanto all’86’ con l’inserimento di Zaza per Vojvoda come mossa della disperazione. Probabilmente questo passaggio alle due punte è avvenuto troppo tardi (in pochi minuti su palla da fermo il Torino aveva anche trovato il 2 a 2), segno che qualche volta un piano B potrebbe essere adottato anche dal Torino.
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