Cantava così il ritornello della prima hit di Franco Battiato nel 1981 proprio quando, tra i due campionati a cavallo di quell’anno, i tifosi granata, soprattutto per l’età dei protagonisti, vedevano lentamente disperdersi la squadra dello scudetto e aprirsi un inevitabile ricambio generazionale. Era già successo in passato e sarebbe successo poi ancora un paio di volte con minor clamore, col Toro di Junior e Dossena e con quello di Mondonico, ultimo tecnico vincente della storia granata.
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Cerco un centro di gravità permanente…
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I tifosi che avevano ruotato con entusiasmo attorno a una squadra ed ai loro presidenti, anche per anni interi, si sono ritrovati senza riferimenti importanti attorno ai quali ruotava la loro passione. Ma i tifosi granata, a differenza di altri, hanno sempre avuto più che un “chi” piuttosto un “dove”, un luogo ove hanno sempre continuato ad alimentare la propria passione per il Toro al di là di risultati, giocatori e presidenti. In verità una delle cose più belle della nostra squadra è proprio che ha diversi luoghi ad essa consacrati. Il Bar Norman ex Birreria Voigt, il cippo di Meroni, un po’ il Circolo Canottieri Caprera sul Po frequentato dal Trio Nizza e da Pianelli e soprattutto Superga, Santuario Mariano dove la storia granata e quella cittadina e italiana si uniscono in preghiera. Ma è lungo la strada che va dallo Stadio Filadelfia all’Olimpico Grande Torino che cammina il cuore di noi granata, sempre alla ricerca di compagnia, amicizia, allegria, lealtà e “tremendismo”... “La birra in mano e il Toro nel cuore…” è il recente canto che meglio esprime la gioia tra noi tifosi del Toro di ritrovarsi insieme.
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I cuori di noi granata sono attratti irresistibilmente da tutto ciò che ha sapore di Toro. Ma oggi cosa rimane ad attirare il nostro cuore? Non moltissimo. La partita alla domenica? Tra spezzatini causa TV, covid e spesso brutto gioco questa attira sempre meno. Brutto gioco però che non è di quest’anno, dato che Juric ha generato per il Torino, su questo piano, un netto miglioramento rispetto agli anni passati. E i tifosi infatti spesso hanno risposto a questo richiamo.
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Il nostro cuore può fremere per i giocatori? Difficile nel calcio moderno legarsi a calciatori bandiera come in passato. Oggi anche un moderno simbolo granata come Belotti finisce, realisticamente (o tristemente?), a valutare seriamente di cercarsi un ultimo buon contratto al di là del legame con la squadra. Forse saranno i giovani granata a farci palpitare? Dov’è già che hanno giocato quest’anno i ragazzi della primavera? A Biella? Ma vuoi scherzare, mi ha detto un amico del Milan. Cosa? Il Toro Primavera gioca a Biella? Cominciamo a farli rientrare a Torino che sarebbe già cosa buona e giusta.
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Forse è meglio, come detto, cercare il nostro centro di gravità permanente (e costante) non nelle persone, che inevitabilmente cambiano e passano, ma in un luogo, magari proprio in quello che hanno calcato le tre squadre scudettate granata e che con esse era frequentato dalla gente granata, da noi. Il Filadelfia e i suoi paraggi paiono essere l’ultima chance, il punto dal quale tutti i tifosi del Toro si sentono attratti e che potrebbe divenire (o meglio tornare ad essere) il centro di gravità permanente del mondo granata.
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“Tra l’Olimpico e il Fila è la nostra città…” narra la canzone “Con il Toro nel cuore” di Valerio Liboni che è anche l’inno ufficiale dell’associazione ToroMio. Per noi tifosi del Toro dovrebbe essere proprio così. Aprire il cortile della memoria, rendere possibile l’incontro squadra/tifosi tramite almeno un appuntamento settimanale per un allenamento aperto, sviluppare attività e luoghi granata in prossimità del Tempio degli Invincibili sarebbero i primi passi per un futuro migliore del Torino Football Club.
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Il Fila ricostruito nel 2017 appare nuovamente oggi, come quando era stato costruito nel 1926, la prima pietra su cui ricostruire i muri della cittadella granata da erigere a custodia della nostra passione e per trasferire energia dalla gente a Club e squadra. Un Fila completo del suo Museo (ce la faremo per il centenario?) e molto più aperto alla gente granata (questo si può fare anche prima). Magari, in prospettiva, con tante realtà intorno legate al Toro che vadano a realizzare un “Quartiere Granata” da far visitare anche ai turisti, quale ben più palpitante e sanguigno contraltare al disco volante di Venaria, atterrato un po’ di anni fa tra i supermercati.
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Questo centro di gravità permanente poi non ci farebbe più cambiare idea ma soprattutto non farebbe più cambiare idea a tanti giovani che non possono avere certo la vittoria come principale sprone per tifare Toro. Basterebbe loro andare in luoghi giusti e intrisi di passione, incontrare persone, chiacchierare, vivere certi momenti e il loro cuore come il nostro rimarrebbe innamorato per sempre dei colori granata. Non c’è quindi bisogno di cercarlo quindi questo centro, l’abbiamo avuto fino a non troppo tempo fa. Occorre piuttosto ricostruirlo. E nel frattempo, in attesa del grande centro, sarebbe bene anche moltiplicare i luoghi più piccoli dove si possa respirare aria di vera passione granata. Allo stadio, nei club, nei locali. E’ un grande lavoro, forse il più importante di tutti, da dedicare al popolo granata. Chi vuole partecipare?
Avvocato e mediatore civile e commerciale. Socio Fondatore dei Giuristi Granata - Toro Club Marco Filippi, dell'Associazione Curva Primavera per la Fondazione Stadio Filadelfia e dell'Associazione ToroMio. Attuale presidente del Comitato NOIF "Nelle origini il futuro" che unisce a ToroMio associazioni di varie tifoserie italiane nella promozione di una proposta di legge che introduca la partecipazione popolare nel mondo del calcio e dello sport.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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